Tra le altre misure, il decreto Cura Italia ha previsto un bonus di euro 100 a favore di coloro che abbiano continuato a lavorare durante l’emergenza sanitaria. Si tratta di un trattamento premiale destinato a lavoratori pubblici e privati che hanno prestato servizio sui luoghi di lavoro nel mese di marzo 2020.
Quali le condizioni per il bonus di 100 euro?
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Il bonus spetta ai lavoratori che non abbiano superato i 40 mila euro nella dichiarazione dei redditi dell’anno precedente. Inoltre, la somma di 100 euro viene rapportata al numero dei giorni di lavoro effettuati presso la sede. L’Agenzia delle Entrate, e’ stata chiamata a chiarire come debba essere condotto il calcolo, ai fini dell’ottenimento del bonus.
Sul punto ha chiarito che, ai fini del calcolo complessivo dei giorni rilevanti, valga il rapporto tra ore effettive lavorate nel mese e ore lavorabili come previsto contrattualmente. In seguito, ha mutato orientamento, facendo riferimento non più alle ore ma ai giorni di lavoro effettivamente prestati preso la sede. Ciò, indipendentemente, dal tipo di contratto di lavoro, valendo il bonus sia per i lavoratori full-time che part-time. Anche in quest’ultimo caso, infatti, ai fini del calcolo del quantum erogabile, opera il rapporto anzidetto.
Cioè: si deve tener conto dei giorni effettivamente lavorati presso la sede di lavoro e di quelli lavorabili in base al contratto di lavoro. Il beneficio spetta, inoltre, anche ai lavoratori licenziati nel mese di marzo. Ai medesimi, poiché l’importo del bonus è rapportato al numero di giorni di lavoro, spetterà il bonus in proporzione ai giorni di lavoro svolti presso la sede.
Inoltre, si è reputato che il premio debba essere riconosciuto anche a coloro che abbiano prestato la loro attività lavorativa in trasferta. Lo stesso vale per chi ha lavorato presso clienti, in missione o presso sedi secondarie dell’impresa. Coerentemente con la ratio del beneficio, invece, restano esclusi i dipendenti che abbiano lavorato in smart working.