La stagione dei bonus anti-Covid in Italia volge al termine? Dal reddito di emergenza al bonus 600 euro, e passando per i contributi a fondo perduto per le imprese, la domanda è d’obbligo. E questo stando ai suggerimenti della Corte dei Conti inseriti nella memoria che è depositata in Senato sul dl agosto.
Dalle indennità a pioggia ai bonus anti-Covid collegati alle condizioni economiche
In pratica, durante il picco della pandemia di Covid-19, il Governo italiano ha introdotto indennità per sostenere le famiglie e le imprese adottando criteri non eccessivamente discriminanti. Ora invece secondo la Corte dei Conti, nell’erogazione delle indennità e dei bonus, bisognerebbe maggiormente collegare la loro erogazione alle condizioni economiche di chi le percepisce.
I suggerimenti della Corte dei Conti sulle politiche per il lavoro
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Oltre a quello sui bonus anti-Covid, la Corte dei Conti suggerisce pure misure per l’occupazione. Ed in particolare la semplificazione delle politiche che sono strettamente collegate alla tutela ed all’inserimento nel mondo del lavoro.
Dall’inizio della pandemia di coronavirus, in ottemperanza alle disposizioni governative, è stato infatti l’Inps ad essere in prima linea nell’erogazione delle misure anti-Covid. Oltre alle indennità sopra citate, è stata erogata la cassa integrazione ordinaria ed in deroga a fronte del divieto di licenziamento. Ed anche il bonus baby-sitting, i permessi legge n. 104/92 ed i congedi parentali.
L’erogazione delle indennità, inoltre, è stata recentemente oggetto di scontro politico dopo che si è scoperto che alcuni parlamentari hanno chiesto ed ottenuto il bonus 600 euro. E ciò nonostante gli stipendi mensili di diverse migliaia di euro pagati dalla collettività.
Infine, sempre in materia di occupazione, la Corte dei Conti ritiene che debbano essere ripensate le politiche di sostegno del lavoro al Sud. Quella della decontribuzione per le aziende del Mezzogiorno che assumono giovani, infatti, sembra essere ormai una logica antica.