Bocciatura ad un concorso pubblico, come presentare ricorso e quali scadenze rispettare per non vedere vanificati i propri sforzi

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Nell’epoca del rinnovamento della Pubblica amministrazione, si parla tanto dei concorsi, di come partecipare e delle prove da espletare. Chi si iscrive, spera ovviamente di superarne uno o addirittura due o più, in modo da poter scegliere in base ad una serie di elementi.

Tra questi, risultano imprescindibili la sede di destinazione, lo stipendio e la mansione da svolgere.

Tuttavia, i fortunati vincitori sono sempre in numero nettamente inferiore rispetto ai candidati. Si pensi alle selezioni per 10, 20 o 30 posti, a cui partecipano anche migliaia di persone. Laureati, diplomati, professionisti con esperienza o giovani alle prime armi. Il Mondo dei concorsi, come quello del lavoro, è formato da una platea certamente molto varia e variegata.

E in questo contesto, purtroppo la stragrande maggioranza non ha il piacere di leggere il proprio nome nella lista degli idonei o dei vincitori. Magari non ha studiato abbastanza, magari è stato sfortunato oppure qualcosa è andato storto rispetto alle previsioni di legge e del bando.

Cosa possono fare tutti i candidati che ritengono di aver subito una bocciatura ingiusta, per tentare di farsi reimmettere nel procedimento di selezione? Scopriamolo subito.

Bocciatura ad un concorso pubblico, come presentare ricorso e quali scadenze rispettare per non vedere vanificati i propri sforzi

Innanzitutto, è necessario identificare la fase in cui si vuole presentare ricorso e quindi l’atto da impugnare.

Può trattarsi del bando, ad esempio, qualora lo si ritenga discriminatorio nei confronti di alcuni soggetti, o di una prova o, ancora, della graduatoria finale.

Potrebbe accadere che durante lo svolgimento della prova scritta non si rispetti l’anonimato o non si eseguano i dovuti controlli previsti dal bando.

In ogni caso, il termine per impugnare è di 60 giorni, che decorrono rispettivamente a seconda dei tre casi succitati:

  • dalla pubblicazione del bando;
  • dallo svolgimento della prova o dalla conoscenza dei risultati;
  • dalla pubblicazione della graduatoria.

Vediamo a chi rivolgersi e da chi farsi aiutare in questo percorso.

Tribunale e avvocato

Dopo tanti sforzi e sacrifici, è brutto subire una bocciatura ad un concorso pubblico, ma possiamo comunque difenderci.

Il Tribunale a cui rivolgersi è il TAR, Tribunale Amministrativo Regionale competente per territorio. Così, se il concorso è indetto da un’amministrazione nazionale, la competenza sarà del TAR del Lazio. Diversamente, nel caso di selezioni regionali o locali, quello della Regione di riferimento.

È necessario basare il ricorso su prove concrete, nella consapevolezza che non sempre è facile far valere le proprie ragioni. Tuttavia, specialmente in caso di irregolarità della procedura, un bravo legale sarà in grado di darci una mano e chiarirci le idee su diversi aspetti.

Ecco infatti che l’altro tassello fondamentale è proprio l’avvocato, meglio se specializzato in questa materia.

Far sentire la propria voce è possibile, basta affidarsi agli esperti del settore.

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