Blockchain, la nuova internet. Quando pensa alla blockchain, il grande pubblico pensa al boom della criptovaluta per eccellenza. Però legarla al solo mondo della monetica elettronica è sbagliato e riduttivo. Con buona pace di Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo che cela l’identità di colui che circa dieci anni fa ebbe l’intuizione di appoggiare il funzionamento dei Bitcoin sulla “catena di blocchi”. Ma che cos’è quindi questa tecnologia, che secondo diversi esperti cambierà radicalmente, fra pochi anni, il modo di operare in diversi settori?
Blockchain, la nuova internet
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Per alcuni è la “nuova Internet”. Altri la definiscono la rappresentazione digitale di quattro concetti: decentralizzazione, trasparenza, sicurezza e immutabilità. E ne esaltano la struttura: è un sistema per lo scambio dei dati, aperto e a prova di attacchi. La blockchain è un registro pubblico fatto di archivi condivisi e non modificabili, un database diviso in blocchi suddivisi su diversi nodi di una rete. I dati relativi alle transazioni che avvengono tra utenti appartenenti a una stessa rete, in altre parole, sono salvati in modo sicuro e permanete all’interno di ‘mattoni’ crittografici, collegati l’uno all’altro attraverso nodi.
Applicazioni infinite
Tutto avviene all’interno di una infinita catena che consente di verificare in qualsiasi moneto la validità delle informazioni inserite e di tutte le operazioni effettuate, come la compravendita di criptovaluta o quella di un immobile. Le applicazioni possibili sono pressoché infinite e anche la sanità è uno dei settori che meglio si presenta all’archiviazione e alla distribuzione protetta di informazioni sensibili. Lo stesso vale per l’industria alimentare, per quanto riguarda la tracciabilità di un prodotto esposto a scaffale. Carrefour usa il blockchain per gestire le informazioni relative alla filiera di un particolare tipo di pollo, integrandole nel Qr Code stampato sull’etichetta e leggibile dai consumatori con il proprio smartphone.
Wallmart, il colosso statunitense del retail, la utilizza per tenere traccia dei prodotti freschi in viaggio dalla fattoria al negozio e per individuare più velocemente eventuali lotti pericolosi.
La Blockchain negli aeroporti
Negli aeroporti, invece, la catena dei blocchi affianca i sistemi di riconoscimento per le procedure di identificazione. Ad ogni passeggero viene assegnata una transazione sicura, ciò consente la riduzione di controlli multipli. Gli “Smart Contract” servono a condividere in modo sicuro i dati di volo tra scali e compagnie aeree.
Ma è davvero sicura?
Quanto alla effettiva sicurezza della tecnologia, va detto che nessuno, singolarmente, può agire sui blocchi della catena “magica”. Perché questi sono decentralizzati su tutti i nodi della rete. Solo chi controllasse il 51% dell’intera rete web potrebbe teoricamente modificare a piacimento le informazioni sulle transazioni. Per farlo servirebbe una potenza di calcolo elevatissima, di cui anche i più agguerriti cybercriminali, oggi, non dispongono