Bisogna prepararsi alle novità 2022 sulle pensioni per non perdere occasioni importanti

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Si discute molto di grandi cambiamenti in materia di pensioni. Conoscerli in anticipo è importante per sapere come muoversi nel modo migliore. Infatti bisogna prepararsi alle novità 2022 sulle pensioni per non perdere occasioni importanti

I cambiamenti di Quota 100

Questa notizia interessa soprattutto coloro che vorrebbero usufruire del trattamento Quota 100. Ricordiamo in breve in cosa consiste questo meccanismo. Permette di andare in pensione a 62 anni con almeno 38 anni di contributi. La somma fa 100 e da qui deriva il nome del provvedimento. In che modo potrebbe cambiare? In modo peggiorativo per i lavoratori perché lo Stato ha ritenuto di aver dovuto investire troppo per questo incentivo alla pensione. Nel 2022 potrebbe essere prevista la formula accesso alla pensione a 64 anni con almeno 20 di contributi.

In pratica 2 anni in più di lavoro prima di potersi godere il meritato riposo. Il tutto sarà da valutare con attenzione.

Bisogna prepararsi alle novità 2022 sulle pensioni per non perdere occasioni importanti

La novità del Decreto Sostegni sulle pensioni

Il Decreto Sostegni ha previsto un ampliamento del cosiddetto contratto di espansione per le aziende con almeno 100 dipendenti. In questo caso i lavoratori a cui manchino massimo 5 anni per andare in pensione devono avere un accompagnamento agevolato verso la pensione stessa. Il provvedimento concreto ancora non c’è, ma quella norma del Decreto Sostegni dovrà senz’altro trovare attuazione. Ecco perché avvertiamo i lavoratori di seguire le novità con attenzione.

Grande attesa per Quota 41

Adesso che Quota 40 sta per giungere al termine si parla molto di come verrà formulata la prossima possibilità, ossia Quota 41. Sembra che debba basarsi essenzialmente sul possesso di 41 anni di contributi, senza dare troppa importanza all’età del lavoratore. A ben vedere non sarebbe una novità assoluta. Questo è infatti il criterio già in uso per i lavori usuranti come i ferrotranvieri o chi manovra mezzi pesanti. Lo stesso avviene anche per i cosiddetti lavoratori precoci. Mancano però i dettagli operativi per l’estensione di questo meccanismo ad una platea più ampia di lavoratori.

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