In quest’articolo spieghiamo perché ci chiediamo benvenuti anni Ottanta, stipendi e risparmi saranno al sicuro in banca? Procediamo con ordine.
I segnali d’allarme
Negli ultimi giorni abbiamo avuto diversi segnali d’allarme, tutti provenienti dal fronte bancario. Riassumiamoli brevemente.
a) Due sabati fa, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco aveva evidenziato il ritorno al secolo scorso del PIL italiano. A dirla tutta, e con le sue parole, in questo 2020 il Covid-19 ha spinto il PIL italiano sui livelli del 1993. Ancora peggio ha fatto il PIL pro capite, dove i valori sono scesi ai valori di fine anni Ottanta. Insomma, un salto indietro di più di trent’anni;
b) a metà della settimana scorsa, l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, aveva parlato di una norma sbagliata in capo alle banche. Al punto che l’aveva paragonata più simile a una bomba atomica. In questo articolo trovate tutti i dettagli sul c.d. calendar provisioning;
c) infine questo mercoledì 16 il presidente ABI, Patuelli, ha posto l’accento sulla prosecuzione della crisi dei crediti bancari. Ha messo in relazione il forte scossone del PIL sulla tenuta delle imprese, che, per sopravvivere, in molte hanno dovuto ricorre al credito bancario.
Benvenuti anni Ottanta, stipendi e risparmi saranno al sicuro in banca? Dove sta il cuore del problema
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A questo punto, per il sistema bancario italiano, la partita della gestione del credito concesso si rivela un vero e proprio spartiacque. Rappresenta la linea di confine tra l’ordine e la prosecuzione da un lato, e il timore di una possibile crisi di settore dall’altro. La discriminante sta tutta nella capacità di rientro ordinato e (per quanto più possibile) integrale dei crediti. Di contro c’è il rischio di possibili perdite nelle loro esposizioni creditizie e quindi la possibile contabilizzazione di nuovi buchi in bilancio. Eccolo dunque dov’è il cuore del problema: il rientro dei capitali concessi a prestito a imprese e famiglie.
L’universo banche in questo settembre 2020
Le prospettive per l’autunno 2020 restano incerte e preoccupanti per l’universo delle banche italiane. I crediti in sofferenza sono oggi agli stessi livelli del settembre 2009, un dato certamente non incoraggiante. I volumi di danaro erogati dal sistema bancario continuano a salire, specie con riferimento alle aziende. Le moratorie hanno ormai superato quota 300 miliardi di euro.