Basteranno 63 anni per la pensione anche a chi oggi è escluso

pensione
Di proposte relative a nuove misure previdenziali ormai il sistema è pieno. In vista della manovra di fine anno infatti l’argomento pensioni è diventato centrale da diversi punti di vista. Non c’è giorno che passa che non vengano proposte nuove misure e nuove soluzioni al principale problema che le pensioni avranno nel 2023, cioè il ritorno alle regole della riforma Fornero. Sembra un déjà-vu dal momento che ogni anno di questi tempi c’è sempre un problema pensioni da affrontare. Lo scorso anno infatti c’era il rischio scalone di cinque anni che si sarebbe materializzato con la chiusura di Quota 100. Oggi invece con la fine di Quota 102, dell’APE sociale e di opzione donna, il problema è che non ci saranno più alternative alle regole per le quiescenze previste dalla riforma Fornero. Ma la manovra offrirà comunque qualcosa di buono. E potrebbero goderne anche i nati nel 1960.

APE sociale confermata e novità nella riforma, il punto della situazione

Al momento in vista della Legge di Bilancio le pensioni occupano uno spazio cruciale. E sono tante le misure di cui si parla. Dal punto di vista delle novità le ipotesi sono:
  • Opzione per tutti e pensione contributiva da 58 anni con 35 anni di contributi versati;
  • Quota 100 e uscite flessibili da 61 anni di età e da 35 anni anni di contributi;
  • Quota 41 ma a partire dai 61anni di età;
  • Quota 103 con minimo 40 anni di contributi;
  • premio in busta paga a chi resta al lavoro nonostante matura la pensione.
Novità che sono sul tavolo del Governo, tutte più o meno complicate da varare. E probabilmente ci sarà bisogno di più tempo per metterne a punto qualcuna. La Legge di Bilancio è ormai imminente. E si potrebbe quindi rimandare al nuovo anno un intervento profondo come sarebbe il varo di una o di alcune di queste misure.

Basteranno 63 anni per la pensione anche l’anno venturo

Proprio per le problematiche prima citate appare evidente che l’operato del Governo andrà probabilmente in un’altra direzione. Molto probabile che saranno prorogate solo alcune misure che oggi sono in scadenza. Proroghe che servono come una specie di fase transitoria, temporeggiando ed aspettando il nuovo anno per approfondire le iniziative da prendere. Proroghe delle vecchie misure che saranno probabilmente tre e cioè:
  • APE sociale a 63 anni;
  • Opzione donna da 58 e 59 anni di età;
  • Quota 102 con 64 anni di età e 38 di contributi.

Quali gli interessati all’APE sociale nel 2023

Una delle misure più importanti che potrebbero essere confermate è senza dubbio l’APE sociale. Per chi ha maturato i requisiti già nel 2022, anche se ha deciso di non andare in pensione, nulla cambia. La misura è cristallizzata nel senso che per loro l’APE sociale è sempre utilizzabile a prescindere da proroghe o cessazioni della stessa misura. Per esempio un nato nel 1959 che già quest’anno ha completato i 36 anni di contributi, se rispetta tutte le caratteristiche utili al beneficio, potrà accedervi anche gli anni successivi.
Per chi invece non ha completato i requisiti, ci sarebbe un altro anno per farlo. A chi mancava un anno ai 36 necessari per esempio, via libera alla pensione completando la carriera nel 2023. Stesso discorso per chi non aveva ancora compiuto i 63 anni che sono la soglia minima utile alla misura. E parliamo sostanzialmente dei nati nel 1960. Per questo è probabile che basteranno 63 anni per la pensione anche nel 2023 a chi rientra nelle 4 categorie a cui la misura si applica, ovvero:
  • lavoratori impegnati nelle mansioni gravose come previsto dalla Legge n° 160 del 27 dicembre 2019;
  • invalidi almeno al 74%;
  • disoccupati;
  • caregivers che da almeno 6 mesi assistono un familiare disabile.
I requisiti della misura resterebbero invariati. Per i lavori gravosi servirebbero sempre 36 anni di contributi versati a partire dai 63 anni di età. Solo per gli edili ed i ceramisti, la soglia scende a 32 anni. Per le altre tre categorie prima citate invece basteranno 30 anni di contribuzione.

Consigliati per te