Quando arrivano i figli, si diventa genitori a vita e sicuramente l’affermazione è vera. Si pensi anche al caso in cui ci si preoccupa di lasciare alla prole una “giusta”eredità.
Premesso che il termine “giusta” è molto personale, spesso la strategia perseguita coinvolge una o più di queste tre tipologie di ricchezze. Ossia immobili (la casa di proprietà e/o altri fabbricati in generale), soldi in banca e polizze assicurative.
Strano ma vero, con una buona strategia di fondo la soluzione dei soldi in banca in eredità potrebbe rivelarsi la più semplice da attuare. Infatti bastano 3 ingredienti giusti per lasciare 50.000 euro in eredità e partendo da una disponibilità finanziaria più ridotta. Vediamo come fare.
Ecco quali sono i 3 ingredienti giusti per lasciare tot soldi in eredità
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Abbiamo già il visto il caso di un possibile BTP per chi ha ereditato soldi in banca e cerca un investimento sicuro al 100%. Ora invece invertiamo la prospettiva e vediamo come lasciare una futura ricchezza partendo da importi modesti. Di base servono 3 ingredienti speciali:
- il tempo, e non poteva essere diversamente. Per realizzare un’abitazione da zero (o acquistarla tramite mutuo) servono anni di duro lavoro e tanti sacrifici. L’approccio del tipo: “investo e tra 1 anno incasso”, spesso non conduce da nessuna parte. Chi ha investito nei buoni postali negli anni Ottanta e Novanta ha raddoppiato o triplicato il capitale solo nel giro di un determinato numero di anni;
- la diversificazione dell’investimento: al suo crescere diminuiscono i possibili rischi. Per chi parte da capitali modesti, la soluzione rimanda o al fondo comune d’investimento o all’ETF;
- l’interesse composto. Al riguardo abbiamo già visto quanto tempo serve per raddoppiare 10mila euro sul conto corrente.
Bastano 3 ingredienti giusti per lasciare 50.000 euro in eredità ai figli partendo da soli 20.000 euro sul conto corrente
Ipotizziamo un genitore di mezza età che ha deciso di lasciare 20mila euro in eredità, ma in realtà vorrebbe destinare una quota maggiore. Come fare? Mixando tempo e interesse composto, anche i sogni a prima vista proibitivi potrebbero essere più vicini di quel si pensi.
Nel nostro esempio procederemo con una strategia molto semplice, usando 2 soli strumenti. Uno riguarda un ETF sulla componente obbligazionaria e uno su quella azionaria. La scelta definitiva dello strumento può variare in base a mille preferenze.
Tuttavia, i nostri due fondi passivi devono combinare al meglio diversi requisiti. Ossia storicità del fondo, bassi costi (TER), tipo di strategia e di replica (la preferiamo fisica), dimensioni della liquidità confluita nell’ETF. Infine dovrebbe avere la valuta in euro e i guadagni devono essere gestiti secondo la logica dell’accumulazione e non della distribuzione. In questo modo, infatti, l’interesse composto ripagherà alla grande la scelta di partenza.
Il giusto mix potrebbe regalare grosse soddisfazioni
I risultati finali dipenderanno anche dal peso attribuito alle due asset class (azionaria e obbligazionaria). Un genitore 40enne o 50enne, per esempio, potrebbe sfruttare l’interesse composto sul lunghissimo periodo. Sui 20 o 30 o 40 anni, infatti, i rendimenti azionari battono sempre quelli obbligazionari.
Quindi potrebbe destinare il 35% del capitale su un ETF azionario mondiale e il restante 65% su un ETF obbligazionario, diversificato per scadenze ed emittente. Ancora, ipotizziamo un orizzonte temprale compreso tra i 30 e i 40 anni e tralasciamo l’inflazione per semplicità di calcoli.
A questo punto tutto dipende dal rendimento medio ponderato dei 2 prodotti. Noi per prudenza resteremo bassi nelle stime. Se fosse pari al 3,5%, il montante a scadenza dovrebbe oscillare circa tra i 56mila euro a 30 anni e meno di 80mila a 40 anni. Invece con un rendimento medio annuo del 3% il montante finale dovrebbe aggirarsi sui circa 48.500, 56mila e 65mila euro a 30, 35 e 40 anni.
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