È passato dal 110% al 90%. Per decreto del Governo sono spariti i vantaggi della cessione del credito e dello sconto in fattura. Ma il Superbonus ancora oggi per qualche contribuente resta uno strumento molto vantaggioso per avviare i lavori di ristrutturazione in casa. Naturalmente rispetto alla formula originaria oggi questa convenienza per qualcuno è venuta meno. La misura infatti ha perso appeal per via delle nuove regole 2023.
Le novità introdotte dal Governo hanno scatenato polemiche e critiche si era parte dei contribuenti che delle imprese che effettuano i lavori. Ma restano alcune notevoli possibilità di godere ancora degli evidenti vantaggi della misura. Ma per chi ancora oggi il Superbonus resta un vantaggio evidente?
Basta pagare 250 euro per la ristrutturazione della casa
Indice dei contenuti
Le novità sul Superbonus introdotte dal Governo Meloni sono ormai note a tutti. Infatti il Governo ha deciso di bloccare le cessioni del credito e lo sconto in fattura. Questi erano i due canali più importanti e più sfruttati da parte dei contribuenti che hanno avviato i lavori di ristrutturazione in casa. L’indiscriminato utilizzo di questi crediti, ceduti dal committente a soggetti diversi quali le imprese che effettuano i lavori o le banche, ha portato il Governo alla decisione drastica di porre un freno a queste operazioni. E se c’è una cosa che ha fatto perdere appeal al Superbonus è proprio questo divieto. Lo strumento però resta ancora un vantaggio evidente per chi ha presentato la comunicazione di inizio dei lavori, ovvero la CILAS già al 16 febbraio scorso.
Infatti chi non ha presentato la CILAS entro quella data rischia di perdere lo sconto del 110%. Per questi contribuenti infatti non resta che scegliere la via del Superbonus al 90%, che di fatto rende meno appetibile l’operazione con un recupero del 20% in meno rispetto alla versione originale della misura. Ed oltretutto in queste condizioni non essendoci più sconto in fattura e cessione del credito l’operazione dovrebbe essere sfruttata autonomamente dal contribuente. Un serio problema dovuto al fatto che esistono contribuenti incapienti dal punto di vista fiscale. Questo perché hanno poche ritenute IRPEF o che non hanno per niente IRPEF versata l’anno precedente. In definitiva, chi sceglie la via del Superbonus al 90% oggi, rischia seriamente oltre che di anticipare i soldi dei lavori, anche di non recuperare la spesa con le detrazioni fiscali nei 730 dei dieci anni successivi.
Perché c’è chi può ancora godere dell’agevolazione e forse nemmeno lo sa
Oltre che per i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione di inizio lavori entro il 16 febbraio 2023, il Superbonus resta ancora un vantaggio per le case popolari per esempio, oppure per le cooperative o ancora per i contribuenti che vivono in zone colpite da calamità naturali quali i terremoti o le alluvioni. Naturalmente per chi ha avviato i lavori già nel 2022, il Superbonus è ancora pienamente sfruttabile. Ed a prescindere che sia stata già prodotta all’Agenzia delle Entrate la comunicazione circa la scelta di sfruttare lo sconto in fattura o la cessione del credito.
Cosa è cambiato
Per i lavori già avviati infatti nulla cambia e i due strumenti utili a recuperare il Superbonus senza passare dal proprio 730, sono ancora perfettamente fruibili. Infatti è stata spostata al 30 novembre 2023 la scadenza dell’invio di questa comunicazione sulla piattaforma del Fisco italiano (prima era fissata al 31 marzo 2023, ndr). Basta pagare 250 euro per la ristrutturazione della casa ed il gioco è fatto. Chi non ha effettuato la comunicazione riguardo al soggetto a cui il credito è ceduto entro il 31 marzo scorso, dovrà versare 250 euro di sanzione se produce la comunicazione entro il 30 novembre prossimo. Ma se c’è ancora chi può sfruttare il vantaggio, c’è anche chi invece farebbe meglio a fermarsi se ha intenzione di avviare opere di ristrutturazione. Degli incapienti abbiamo già detto.
Ma c’è anche chi non è sicuro di completare i lavori entro la fine del 2023. Infatti sul Superbonus aleggia lo spettro di una nuova riduzione dal 2024. Si parla infatti di far scendere il Superbonus al 70% dal 2024. In questo caso per le spese sostenute per i lavori 2024, l’appetibilità del Superbonus sarebbe ancora minore di oggi, portando per esempio ad essere più vantaggioso il l’Ecobonus (per i condomini è al 75%), anche dal punto di vista delle regole meno restrittive.