Molti contribuenti, non conoscendo le leggi fiscali o non tenendosi al passo con le riforme, finiscono per pagare più tasse del dovuto. Questo perché i consulenti, talvolta, non assistono il cliente in modo per lo stesso vantaggioso, badando al suo risparmio. Sicché, nonostante talvolta la legge conceda delle chance di abbattimento del carico fiscale, queste non sono fruite.
Ebbene, una delle tasse più consistenti e anche più odiate dagli italiani, è quella sulla casa. In proposito, molti non sanno che potrebbero pagare l’IMU in misura ridotta e continuano a pagare una marea di soldi che poi non verranno restituiti. Sì, perché uno degli aspetti più insidiosi è che, se la riduzione non è richiesta, non c’è modo di recuperarla dopo. Pertanto, basta continuare a pagare l’IMU piena, se sussistono ipotesi di riduzione che consentirebbero di risparmiare il 50% dell’importo. Ebbene, esse soccorrono nei casi indicati di seguito.
Basta continuare a pagare l’IMU piena, se sussistono ipotesi di riduzione che consentirebbero di risparmiare il 50% dell’importo
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Le ipotesi di riduzione dell’IMU al 50% sono le seguenti: 1) immobili concessi in comodato d’uso gratuito, a parenti di primo grado, ossia genitori e figli, che lo utilizzano come abitazione principale. Il contratto, però, deve essere registrato; 2) immobili inagibili ed inabitabili. Detta condizione deve essere accertata dall’ufficio tecnico comunale o, in alternativa, dichiarata dal proprietario con autocertificazione. Quest’ultima deve essere presentata al Comune entro il 30 giugno dell’anno successivo. In essa, si deve dichiarare di essere in possesso di una perizia di un tecnico, attestante lo stato di inagibilità/inabitabilità. Nello specifico, le seconde case disabitate rientrano nella categoria delle case inabitabili, nel caso appena descritto. 3) Chi ha dato in locazione un immobile con contratto a canone concordato, beneficia della riduzione di 1/4. Quindi pagherà l’IMU ridotta al 25%.
IMU su seconda casa vacanze
Alcuni Comuni, per contrastare il fenomeno delle false residenze, finalizzate ad avvalersi dell’esenzione IMU prima casa, hanno introdotto restrizioni. In particolare, i regolamenti locali contengono previsioni in cui si tiene conto dei consumi di luce, gas e acqua. Di talché, l’assenza di consumo sarebbe indice della fittizietà dell’uso come abitazione principale. In pratica, l’assenza di consumi fa presumere l’utilizzo dell’immobile come seconda casa per le vacanze, sulla quale l’esenzione non spetterebbe. In questo caso, però, è data facoltà al contribuente di dimostrare il contrario. Di conseguenza, lo stesso sarà onerato a dimostrare che, nonostante il basso consumo, egli ha comunque nell’immobile, dimora abituale. Il motivo del basso consumo, quindi, potrebbe essere che il contribuente sta tutto il giorno fuori casa, per ragioni di lavoro.
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