Chi ha un mutuo a tasso variabile da qualche tempo vede salire costantemente la rata. Il costo sul variabile ha raggiunto picchi che non si vedevano dal 2008. Cosa fare adesso? La soluzione più efficace potrebbe essere un mutuo particolare.
I tassi dei mutui a tasso fisso sono più bassi dei variabili, quindi molti scelgono i primi. Ma il vantaggio del tasso stabile potrebbe rivelarsi uno svantaggio e passare al fisso nel tempo potrebbe rivelarsi un errore fatale. Ecco perché.
Balzo degli interessi sui mutui al 4% e stangata per chi ha un variabile
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Il rialzo dei tassi sui mutui di febbraio ha colpito duramente le famiglie italiane, con un aumento della rata fino a 159 euro al mese rispetto all’anno precedente. Secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia, a febbraio i tassi di interesse sui prestiti a tasso variabile per l’acquisto di abitazioni sono saliti oltre la soglia del 4%.
Per l’Unione Nazionale Consumatori, questa è una stangata per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile. Infatti, la rata di questo prestito ora è aumentata da 585 euro a 744 euro al mese, con un rincaro di 159 euro al mese, pari a oltre 1.900 euro annui. Il problema riguarda chi ha un mutuo ma anche chi lo deve accendere, perché si trova nella difficile condizione di dovere scegliere che tipo di tasso adottare.
Paradossalmente il tasso fisso costa meno del variabile
Il problema sorge sia per chi ha adesso un mutuo a tasso variabile, sia per chi adesso deve accendere un mutuo. Immaginiamo una famiglia con un mutuo di importo medio tra 125.000 e 150.000 euro, per una durata di 25 anni, il più richiesto in Italia. Secondo le analisi del Codacons, questa famiglia nel 2023 pagherà in media in più tra i 2.500 euro e 3.250 euro all’anno rispetto al 2021.
A questo punto cosa conviene fare? Meglio passare al tasso fisso, oppure rimanere col tasso variabile? I dati dei mutui a tasso fisso suggerirebbero che questa sarebbe la scelta giusta. Infatti, l’andamento dell’Eurirs, il parametro dei tassi fissi, negli ultimi tempi è sceso da 3,08% a 2,85%. Ecco perché adesso i mutui fissi rappresentano oltre il 90% delle richieste, poiché offrono maggiore stabilità economica nel lungo periodo. Ma questa stabilità nel lungo periodo potrebbe rivelarsi anche uno svantaggio.
Attenzione al mutuo a tasso fisso, vantaggi ma anche svantaggi
La corsa nell’ultimo anno dei tassi di interessi potrebbe far pensare che la crescita continuerà. Ma sarà così? Le statistiche indicano che molte persone optano per i mutui a tasso fisso, che cristallizzano il tasso e il costo del finanziamento. Tuttavia, se il mutuo blocca l’aumento dei tassi, blocca anche la sua diminuzione. Se nel 2024 i tassi dovessero iniziare a calare, come suggerito dagli economisti? Dopo il balzo degli interessi sui mutui al 4%, ma alla luce di questa ipotesi, ovvio chiedersi se convenga rimanere sul tasso variabile o scegliere un tasso fisso.
La soluzione potrebbe trovarsi nel mezzo, con un tasso variabile con Cap. Questo mutuo mette un tetto alla crescita della rata e permette di godere della sua riduzione quando i tassi scendono. In alternativa, è possibile puntare sul tasso fisso ma rinegoziare il mutuo quando i tassi inizieranno a calare.