Molti investitori preferiscono investire in azioni che distribuiscono alti dividendi. Sono quei titoli, noti come “i cani di Piazza Affari”, come ENI, Enel, Intesa Sanpaolo, Generali Assicurazioni, per citare i più importanti, che hanno un rendimento consolidato molto elevato e che si aggira almeno in area 5%.
Dall’altra parte della barricata, poi, ci sono quelle società che, nonostante ne abbiano le possibilità, non distribuiscono affatto o distribuiscono un dividendo molto piccolo. Tuttavia, anche se sono azioni che non pagano dividendi, sono comunque da acquistare. Un classico esempio di questa categoria è Campari.
Azioni che non pagano dividendi ma sono da comprare
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Storicamente, il titolo Campari ha sempre distribuito un dividendo il cui rendimento negli ultimi cinque anni è sempre stato inferiore all’1%. Tutto questo nonostante il pay-out si aggiri intorno al 20% con ampi margini, quindi, per un aumento dello stesso. La società, però, ha preferito concentrare le risorse sull’espansione per acquisizione. Una politica che ha portato il gruppo Campari tra i leader a livello mondiale.
Da un punto di vista dei fondamentali, Campari è fortemente sopravvalutato, ma questa non è una novità. Il titolo, infatti, viaggia sempre su livelli superiori ai multipli di mercato. La cosa, però, non deve preoccupare. La situazione finanziaria della società, infatti, è molto buona. L’indice di liquidità è superiore a 2. Inoltre, il rapporto tra debito e capitalizzazione si aggira intorno al 60%.
Così come non deve preoccupare il giudizio degli analisti riportato sulle riviste specializzate che vede un consenso medio accumulare e un prezzo obiettivo medio che esprime una sottovalutazione del 13% circa.
Ricordiamo che negli ultimi cinque anni il titolo Campari ha sempre fatto meglio dell’indice principale di Piazza Affari.
Quando tornare compratori secondo l’analisi grafica
Il titolo Campari (MIL:CPR) ha chiuso la seduta del 24 agosto a quota 10,395 euro, in rialzo del 2,36% rispetto alla seduta precedente.
Come si vede dal grafico, la situazione sul titolo è molto complicata, ma la chiusura del 24 agosto potrebbe avere segnato una svolta importante per il futuro di breve del titolo. Come si vede dal grafico, infatti, c’è stata una chiusura giornaliera superiore a 10,305 euro, che potrebbe avere dato la spinta decisiva per un rialzo almeno fino in area 10,97 euro. A seguire, poi, gli altri obiettivi indicati in figura dalla linea tratteggiata.
I ribassisti potrebbero riprendere il controllo della tendenza in corso nel caso di una chiusura giornaliera inferiore a 10,235 euro. In questo caso si potrebbe anche ipotizzare una discesa delle quotazioni fino in area 8,8 euro (massima estensione ribassista).
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