Tra i titoli a maggiore capitalizzazione ci sono azioni che corrono senza sosta verso i massimi storici e oltre. Se, infatti, considerano le prime cinque società capitalizzate di Piazza Affari (ENEL, ENI, Stellantis, Ferrari e Intesa Sanpaolo) scopriamo che solo 2 hanno avuto un rendimento positivo nell’ultimo anno, ENI e Ferrari. Quest’ultima in particolare ha guadagnato oltre il 25% seguita a distanza da ENI con un +10%. Le altre azioni, invece, hanno tutte avuto un rendimento negativo. Tra queste spicca Stellantis che ha perso oltre il 50%.
Azioni che corrono senza sosta verso i massimi storici e oltre: le indicazioni dell’analisi grafica
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Il titolo Ferrari (MIL:RACE) ha chiuso la seduta del 15 febbraio in rialzo dell’1,30%, a quota 248,9 €, rispetto alla seduta precedente.
Il grafico degli ultimi 3 mesi parla da solo. Il rialzo delle quotazioni sembra inarrestabile e, molto probabilmente destinato ad aggiornare i massimi storici attualmente in area 250 €.
Dopo questo livello l’ostacolo successivo potrebbe andare a collocarsi in area 265,9 €. Oltre questo livello le quotazioni potrebbero ulteriormente accelerare per portarsi verso area 300 €.
Il rialzo di lungo periodo, invece, potrebbe essere compromesso da una chiusura giornaliera inferiore a 231 €.
La valutazione del titolo
Come si conviene a un titolo cosiddetto glamour, da sempre il titolo Ferrari è risultato essere sopravvalutato secondo l’analisi fondamentale. Ciò non gli ha impedito di guadagnare circa l’l’850% dai minimi segnati nel primo anno di quotazioni a Piazza Affari. Se si guarda alla performance annuale notiamo che fatta eccezione per il 2018, quando il titolo ha chiuso invariato, fino al 2021 tutti gli anni sono sempre stati chiusi ampiamente al rialzo. Il 2022, invece, è stato il peggiore della storia con un ribasso del 12%, neanche tanto.
Nonostante la sopravvalutazione, a sostegno del titolo, però, c’è una situazione finanziaria molto solida. L’indice di liquidità (che misura la solidità della situazione finanziaria) infatti, è pari a 376, un livello eccezionale che non ha eguali tra i titoli a elevata capitalizzazione. Inoltre, il rapporto tra debito e capitalizzazione è di poco superiore a 1.
Gli stessi analisti che coprono il titolo hanno un prezzo obiettivo medio che esprime una sottovalutazione del 4% circa rispetto alle attuali quotazioni. Tuttavia, le indicazioni degli analisti sono molto diverse tra di loro con una dispersione del 18%.
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