«Azione rappresenta la risposta concreta alle esigenze dei cittadini, il parlare in modo chiaro e diretto cercando di affrontare i problemi con i fatti e non con i proclami». Così il candidato per Azione, Stefano Farina, già sindaco di Teora, Comune dell’entroterra campano e in passato attivo in politica negli ambienti del PD.
Lei viene da un passato politico (e partitico) diverso da Azione. Da dove parte la Sua migrazione?
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«Al di là della mia militanza politica ho una lunga esperienza amministrativa. Negli ultimi tempi le risposte alle persone erano più frutto di uno spot o un modo finalizzato a raccogliere consenso che una vera posizione di responsabilità».
Ci faccia un esempio…
«Per la crisi energetica tutti condividono il problema ma poi all’interno della mia aggregazione che proviene dal PD, il partito spesso era vittima dei troppi no della sinistra estrema. Per quest’ultima l’essere ambientalista significava temporeggiare. Invece Calenda è molto pragmatico e parla di centrali a biogas. Vede, anche noi siamo l’unico unico Comune ad avere un impianto di stoccaggio e trasformazione dell’umido. E due anni fa abbiamo ottenuto un finanziamento per ampliarlo e metterlo in sicurezza. Io sono convinto che bisogna assumersi delle responsabilità. Mandiamo l’umido a Padova con costi esuberanti e Padova lo trasforma in gas. Questo tipo di dinamiche mi hanno portato a pensare che fare politica significa dare risposte concrete».
Azione, «servono impianti per creare energia» la parola del candidato Farina. Sul piano nazionale, cosa non le andava giù del PD?
«Enrico Letta è con Di Maio e Frantoianni che non mi pare sia un governista. Spesso ha votato no alle decisioni del Governo Draghi. A livello territoriale inoltre, il partito secondo me non ha dato un buon esempio ai giovani con liste composte dai “figli di” e logiche che non digerisco. Da qui ho scelto Azione. La strada è in salita ma ho fiducia». E sull’emergenza delle materie prime per Azione, «servono impianti per creare energia» senza cedere ai sentimentalismi e nel rispetto dell’ambiente.
Rispetto alla minaccia nucleare di Putin, è un rischio reale secondo Lei o un modo per influire sul voto?
«Non mi appassiono molto alle teorie complottiste e a queste presunte strategie. Cerco di leggere i fatti con buona fede. Francamente non credo sia una strategia. Questa fibrillazione di Putin sarebbe stata fronteggiata meglio se non avessero fatto cadere il Governo Draghi. Condanno chi ha voluto la crisi di Governo che invece poteva difenderci da queste minacce reali».
Pare Azione abbia ricevuto importanti fondi da parte di società che hanno a che fare con il nucleare e il gas. Fondi leciti, sia chiaro. Però secondo alcuni questo aspetto può condizionare le decisioni politiche del gruppo… è così?
«Anche su questo non penso sia questa la motivazione giusta e leggiamola sotto il profilo reale. Azione con Calenda rispetto alla crisi energetica ha da sempre una posizione di grande responsabilità. È normale attiri l’attenzione di chi ha a che fare con queste realtà ma non è una strategia. Semplicemente riteniamo sia urgente prendere delle decisioni risolutive. Per essere liberi dalla Russia dobbiamo affrontare le esigenze pratiche e recuperare la capacità di essere almeno parzialmente autosufficienti rispetto al gas e al grano».
Come?
«Guardi tenendo conto della priorità di rispettare sempre l’ ambiente e adoperarsi per preservare le bellezze naturali, ritengo che rispetto alle emergenze nazionali (gas ma anche rifiuti) dobbiamo essere pratici. Anche perché è a rischio la tenuta sociale del Paese e questo aspetto non è secondario. Diminuire i costi significa costruire impianti nel rispetto dell’ambiente».
La Meloni nell’ultima puntata di Quarta Repubblica ha riferito in soldoni che i rivali di oggi, si accorderanno domani. Il riferimento verosimilmente è al Terzo Polo con il PD e il M5S. In fondo potrebbe aver detto una verità….
«E invece Le dico che è l’esatto contrario. Quelli che si sono accordati oggi saranno i rivali di domani e cioè il centrodestra. L’alleanza è destinata alla divisione interna. Tuttavia sono preoccupato perché spesso il voto è anche espressione di un malessere e lo abbiamo visto nel 2018 con la fiducia grossa accordata al Movimento che poi ha mostrato molte falle. Allo stesso modo mi preoccupa il fatto che molti insoddisfatti votando la Meloni possano ripetere l’errore del 2018. Con Meloni premier la credibilità del Governo a livello europeo la vedo vacillare così come la sua leadership non sarà sufficiente a recuperare fiducia e risollevare la condizione economica del Paese». E diamo atto che il gruppo non teme critiche infatti per Azione, «servono impianti per creare energia» e bisogna attivarsi subito.
Tra le ultime mosse di Putin, gli italiani senza soldi in tasca e il reddito di cittadinanza non sarà che Conte sbanca il lunario e si piazza a Montecitorio? Chi sono i rivali di Azione?
«Noi miriamo a sollecitare le persone verso una profonda riflessione. Chi ci vota non compie una scelta di pancia. Conte è stato due volte Presidente del Consiglio, quindi non è sicuramente uno vergine nella politica, ha una sua storia e ci sa fare. Se poi aggiunge che l’elettorato ha la memoria corta allora lui può anche dire tutto e il contrario di tutto, ma non sarà sempre così. Ci sono criticità che esigono una profondità di pensiero. Azione ad esempio sul reddito di cittadinanza non dice di volerlo abolire, però un giovane attraverso la formazione deve essere messo in condizione di poter lavorare».
Calenda all’inizio piaceva abbastanza…. tuttavia, a volte risulta un pochino arrogante. Questo, secondo i rumors che trapelano dalla pancia della gente comune. Può incidere sul voto questa (possibile) mancanza di empatia?
«Sicuramente una persona distinta, abbronzata e sorridente attira grandi consensi ma non facciamo errori. Non scegliamo il più simpatico ma la persona che guida meglio perché deve portare la mia auto in modo sicuro. Calenda è solo molto diretto ma le sue capacità sono superiori alle impressioni». Tra le varie incombenze che il leader del gruppo ritiene prioritarie c’è il riscaldamento di abitazioni e uffici. Infatti per Azione, «servono impianti per creare energia» perché i tempi dell’autosufficienza non sono immediati.
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