Come analisti, siamo sempre stati attenti non solo a risvolti teorici o generali di molteplici questioni. Ma anche, e sopratutto, a quegli aspetti che impattano, o potrebbero impattare, sui cittadini. In primis da un punto di vista economico.
In questo articolo intendiamo domandarci quali possono essere alcuni aspetti dei veicoli elettrici, che potrebbero impattare su risvolti pratici della vita di ogni giorno, compresi quelli economici, nell’ipotesi di acquisto di una vettura elettrica.
La transizione verde, secondo le direttive europee, comporterebbe che tra non molti anni non si potrebbero più vendere veicoli con motore endotermico. Ma l’impatto per l’acquirente? E converrebbe acquistare già ora un veicolo elettrico?
Per rispondere a queste domande ci siamo avvalsi anche dell’opinione di un ingegnere progettista, nostra conoscenza, di cui rispettiamo, su sua richiesta, l’anonimato.
La prospettiva tecnologica
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Quando si parla di prodotti soggetti ad una possibile evoluzione tecnica/tecnologica, da parte di alcuni si osserva che sarebbe inutile discutere dell’attuale situazione. Proprio perché, tra qualche tempo, l’evoluzione del prodotto porterebbe a qualcosa di completamente diverso. Basti ricordare i primi televisori, i primi cellulari, e via dicendo. E la stessa considerazione varrebbe per l’auto elettrica. Ma è proprio così? A tale riguardo bisognerebbe osservare che non tutto quello che è soggetto a potenziali sviluppi tecnologici conosce la stessa evoluzione. Possono esserci settori, o fasi dello sviluppo scientifico, in cui non sempre abbiamo assistito alle stessa velocità, relativa a sviluppo tecnico e tecnologico.
Inoltre, in alcuni settori non è sufficiente lo sviluppo del prodotto, in quanto tale. Occorrerebbe anche lo sviluppo di una rete di servizi, che se non va di pari passo con l’evoluzione del prodotto, rischia di rendere quel prodotto poco o per nulla utile. Pensiamo alla tradizionale auto a benzina o diesel. Servirebbe a qualcosa averla inventata, se poi non si fosse realizzata una rete diffusa sul territorio di stazioni di rifornimento? Direi proprio di no.
A tale riguardo, un ingegnere, di nostra conoscenza, progettista nel settore, ci ha rivelato che, a differenza di altri settori, quello dell’auto elettrica non sta conoscendo una velocità di sviluppo tecnologico, tale da pensare di poter avere, tra qualche anno, un prodotto indenne dagli attuali problemi. L’esempio fatto è emblematico. Ricordate i primi cellulari? Di dimensioni enormi, rispetto a quelle attuali. Ebbene, a suo dire, la situazione del vicolo elettrico è paragonabile a quella di un cellulare che dalla sua nascita non solo non avesse conosciuto una evoluzione delle sue funzioni, ma anche come se avesse mantenuto le stesse dimensioni. Alcuni problemi, che vedremo nel prosieguo, esistono, e ancora non è stata sviluppata una tecnologia per risolverli.
I problemi di tempistica
Il tempo è denaro. Un vecchio proverbio ci ricorda che spesso non possiamo impiegare troppo tempo, per svolgere alcune attività. Fermo restando che un giorno è sempre di 24 ore, e nel corso della giornata varie attività richiedono il nostro impegno.
Questi elementari principi, che tutti conosciamo, cosa significano nella gestione di un veicolo elettrico?
Partiamo dalla situazione attuale di un normale veicolo a motore endotermico. Abbiamo bisogno di fare rifornimento, ci rechiamo dal distributore, e tempo qualche minuto ripartiamo. Al più, possiamo trovare un po’ di coda presso il benzinaio, ma tempo massimo, in media, una decina di minuti, un quarto d’ora, è tutto risolto.
Immaginiamo invece la stessa situazione con un veicolo elettrico. Esistono diverse tempistiche di ricarica elettrica, ma quelle veloci costano di più, rispetto ad una ricarica lenta o di media velocità. E in genere occorre almeno mezz’ora. Immaginiamo quindi di dover stare almeno mezz’ora dal distributore. Per noi sarebbe accettabile? Inoltre immaginiamo che, prima di noi, ci siano altri veicoli elettrici.
Quanto occorrerebbe aspettare, tra nostra ricarica e attesa della coda?
Sicuramente qualche ora. A tale problema, attualmente si dà risposta, proponendo la soluzione della cosiddetta ricarica notturna. Di cosa si tratta? Praticamente, di avere una colonnina di ricarica presso la propria abitazione, in modo da ricaricare il veicolo di notte. Piccolo problema: e se uno non è a casa sua, ma, ad esempio, in un viaggio all’estero? Non solo. In un mondo ideale, probabilmente tutti vivrebbero in case autonome, ognuna con una propria colonnina di ricarica.
Ma, tipicamente, le case italiane hanno ben altre caratteristiche. In una città di medie o grandi dimensioni, prevale il condominio, e spesso nel cortile di tale condominio non si possono installare colonnine, perché sarebbero d’intralcio alle manovre, o anche all’uscita da box. Ma anche fosse, in un condominio vivono molte persone, anche decine di condomini. E quindi la colonnina servirebbe per qualcuno, non per tutti. Quindi anche tale presunta soluzione non sarebbe in realtà tale.
I costi
L’industria automobilistica ci ha abituato a modelli con motore endotermico per ogni fascia di prezzo. Esistono veicoli davvero lussuosi, che costano molto, ma altri che potrebbe acquistare anche chi senza grosse disponibilità economiche. Sinora per l’auto elettrica non è così. I veicoli elettrici costano, mediamente, molto di più di un veicolo a motore endotermico, il che pone anche un problema di giustizia sociale. Obbligare al loro acquisto rischierebbe, infatti, di escludere dal mercato tutta una fascia di popolazione che, ai prezzi attuali, non se lo potrebbe permettere.
Taluni obiettano che con lo sviluppo del settore in termini di mercato, i prezzi dovrebbero scendere. Ma c’è una significativa differenza, rispetto a cosa successo, ad esempio, con il televisore o il cellulare. Il mercato ha dimostrato un significativo apprezzamento per questi due prodotti. Insomma, molti poi hanno voluto acquistare il cellulare o il televisore e oggi sono davvero pochi coloro che non possiedono tali oggetti. Invece le analisi di mercato dimostrano uno scarso apprezzamento per la vettura elettrica in Italia. Il che comporta che, una volta divenuta obbligatoria, il mercato non sarebbe pronto a offrire prezzi decisamente più bassi degli attuali, proprio perché nel frattempo il mercato si è mostrato poco ricettivo.
Il problema della riserva
Uno dei problemi principali è anche quello della scarsa distribuzione, sul territorio, delle colonnine di ricarica. Se si resta in riserva con un veicolo a motore endotermico, è agevole, almeno nei centri abitati, trovare uno degli innumerevoli distributori di carburante. Ma con l’auto elettrica? Al momento sono scarse le colonnine di ricarica e non si sa quale potrà essere la situazione un domani. Ma esiste anche un altro problema.
Immaginiamo di non esserci accorti di essere in riserva, con una tradizionale vettura a benzina o diesel. Ad esempio per una errata segnalazione o un guasto all’indicatore. Potremmo risolvere il problema, recandoci presso un distributore e facendoci riempire una tanica di carburante. La stessa situazione non andrebbe nello stesso modo con un veicolo elettrico. Non possiamo recarci da un distributore e domandargli una tanica di energia elettrica. Altro non resterebbe, che ricorrere ad un carro attrezzi.
Conviene acquistarla l’auto elettrica oggi?
Ovviamente, a tale domanda ognuno può rispondere diversamente, in base ad una propria valutazione della questione. Tuttavia, vi sono diverse motivazioni, che spiegano perché molti quanto meno hanno deciso di rinviare l’acquisto. Anche in vista dell’applicazione della direttiva europea, intanto occorre ricordare che non è sicura la sua applicazione nei vari Paesi europei. Ogni Stato potrebbe decidere di non rispettarla, e l’eventuale sanzione per inadempimento sarebbe poca cosa, rispetto a costi come quelli per l’industria automobilistica o altri ancora, conseguenti al recepimento della direttiva. Fermo restando che, ad oggi, i trattati europei neppure prevedono l’obbligatorio pagamento di una eventuale sanzione. Ma su questo aspetto non ci soffermiamo, e approfondiamo invece altri aspetti relativi all’ipotesi di acquistare già oggi un veicolo elettrico.
Abbiamo visto tutti i problemi, che l’utente potrebbe incontrare, unitamente ad un prezzo elevato. Ma, nonostante il settore non stia dimostrando un’evoluzione analoga a quella riscontrata, invece, in altri settori, non possiamo escludere un domani una possibile risoluzione di certi problemi ed un ribasso generalizzato dei prezzi.
Conviene quindi rimandare l’acquisto, almeno per tutti questi motivi.
Auto elettrica: problematiche per l’utente e conviene acquistarla ora? Conclusioni
Una considerazione conclusiva va dedicata alla questione dell’obbligatorietà. Va premesso che, comunque, la direttiva europea non prevede l’obbligatorio inutilizzo dei veicoli a motore endotermico. Ma solo il divieto di vendita.
A nostro avviso, occorre considerare lo scenario che andrà prospettandosi alla data dell’obbligatoria vendita di soli veicoli a trazione elettrica. Un conto è se i problemi di cui sopra saranno risolti o meno. Uno scenario ideale prevede una larga diffusione di colonnine, tempi di ricarica ridotti, prezzi calmierati e decisamente inferiori agli attuali. E in tale prospettiva il passaggio al veicolo elettrico non comporterebbe più i problemi, che abbiamo visto nel presente articolo.
Viceversa, qualora tale scenario ideale non si concretizzasse, e questa pare la prospettiva più probabile, allora voler imporre la vendita di soli veicoli elettrici comporterebbe una grave limitazione nelle scelte di ogni utente, che sarebbe costretto a sobbarcarsi tutte le problematiche, di cui sopra.
Il vero vulnus della direttiva europea è che la transizione al veicolo elettrico non è stata subordinata al verificarsi di uno scenario, in cui queste problematiche siano risolte, ma a prescindere da tale circostanza.
Insomma l’Ue, come sempre più spesso capita, ha fatto la sua scelta. Se poi tale scelta incide negativamente sulla vita dei cittadini europei, non è un suo problema.
Il tutto, fermi restando i problemi geopolitici di dipendenza da determinati Paesi, come la Cina, che allo stato attuale vi sarebbero, in caso di conversione generalizzata dell’industria automotive all’elettrico.
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