Il costo del caffè aumenta del 40%: conviene investire negli ETF di questa materia prima?

Il costo del caffè aumenta del 40%: conviene investire negli ETF di questa materia prima?

L’ultimo rapporto FAO mostra un incremento del 38,8% del prezzo mondiale del caffè, rispetto al 2024. Il motivo principale di questa variazione sarebbero le pessime condizioni meteorologiche nei principali Paesi produttori. Ad esempio, in Brasile il clima secco e caldo ha determinato una riduzione della produzione dell’1,6% rispetto al 2024. Stesso discorso per il Vietnam, che ha subito un taglio del 20% della produzione della materia prima nel biennio 2023-2024.

In base ai dati pubblicati da Harvest Returns, le varietà di caffè più scambiate sono l’Arabica e la Robusta (quest’ultima è meno costosa). I maggiori produttori al mondo sono il Brasile, la Colombia e il Vietnam, mentre sul podio dei consumatori e degli importatori ci sono la Cina, il Giappone e l’Unione Europea.

Solo nel dicembre 2024, l’Arabica (il caffè di qualità superiore) è stata venduta con un prezzo maggiorato del 58% rispetto all’anno precedente, mentre la Robusta (impiegata soprattutto per il caffè istantaneo e la miscelazione) ha subito un’impennata del 70% del costo.

Approfittare dell’aumento dei prezzi del caffè per investire in ETF

Approfittare dell'aumento dei prezzi del caffè per investire in ETF

Approfittare dell’aumento dei prezzi del caffè per investire in ETF

Il mercato del caffè ha suscitato l’interesse di un’ampia fetta di investitori. E gli ETF sono, forse, uno degli strumenti più diffusi in tal senso. Investire su questa materia prima, infatti, potrebbe rivelarsi un buon metodo per diversificare il proprio portafoglio.

Poiché la domanda di caffè rimane elevata, nonostante l’impennata dei prezzi, potrebbero esserci buoni rendimenti per i mercati del caffè a breve e medio termine. Al pari degli altri ETF, anche quelli sul caffè rappresentano dei fondi passivi quotati in Borsa e scambiati sul mercato come se fossero delle azioni; gli investitori, dunque, possono sempre acquistare o vendere le quote.

ETF sul caffè quotati sulla Borsa italiana e sulle piazze globali

A Piazza Affari, spiccano quattro ETF WisdomTree:

  • WisdomTree Coffee (GB00B15KXP72): replica l’indice Bloomberg Coffee. È stato lanciato nel 2006 e ha domicilio fiscale in Jersey. L’indice di spesa complessiva (TER) ammonta allo 0,49% annuo. Si tratta di un fondo di piccole dimensioni, con un patrimonio gestito di 45 milioni di euro;
  • WisdomTree Coffee – EUR Daily Hedged (JE00B6TK3K31): è stato lanciato nel 2012 ed è domiciliato in Jersey. Assicura la protezione del tasso di cambio euro/dollaro e ha conosciuto un incremento del 122,33% della performance in un anno;
  • WisdomTree Coffee 2X Daily Leveraged (JE00B2NFTD12): anche questo ETF ha domiciliazione in Jersey e ha ottenuto un aumento del 319,69% della performance in un anno. La commissione ammonta a circa l’1% e il patrimonio a 10 milioni di euro;
  • WisdomTree Coffee 3X Daily Leveraged: ha una denominazione in dollari e una commissione di circa l’1%. Ha in gestione un patrimonio di 13 milioni di euro e la performance è crescuta del 589,99% in un anno.

A livello globale, invece, i due ETF di riferimento sul caffè sono:

  • iPath Dow Jones-UBS Coffee Subindex Total Return ETN, denominato anche “JO”, con contratti dei futures che scadono mensilmente;
  • iPath Pure Beta Coffee ETN, denominato “CAFE”, ed è il secondo ETF con più masse gestite.

Pro e contro degli ETF sul caffè

Per la scelta del prodotto bisogna, innanzitutto, capire se si ha intenzione di puntare su un ETF che comprende esclusivamente società impegnate nella produzione di questo bene oppure diversificare il portafoglio e investire in ETF che coinvolgono anche altre materie prime. Ad esempio, iPath Dow Jones-UBS Coffee Subindex Total Return ETN vede coinvolto solo il caffè e prevede un contratto mensile.

In questo caso, la brevità della rotazione dei contratti potrebbe essere uno svantaggio. iPath Pure Beta Coffee ETN, invece, prevede lo spostamento degli investimenti a seconda dell’andamento dei prezzi nei vari mesi presi in considerazione. In conclusione, optare per l’una o l’altra categoria di fondi dipende esclusivamente dai propri obiettivi di guadagno.

Le informazioni riportate in questo articolo sono a scopo divulgativo e non devono essere intese come raccomandazioni o suggerimenti d’investimento. I dati sono ottenuti da fonti considerate affidabili. Tuttavia, la loro accuratezza, completezza o affidabilità non possono essere garantite.

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