Il mercato azionario statunitense ha iniziato il quarto trimestre del 2024 con una certa volatilità, dopo una solida crescita nei primi tre trimestri dell’anno, con l’indice S&P 500 in rialzo del 19%. Aumenta la volatilità sui mercati azionari americani alimentata da quattro fattori chiave: l’incertezza sul mercato del lavoro, gli scioperi nei porti della East Coast, le tensioni in Medio Oriente e le elezioni presidenziali USA imminenti.
Il mercato del lavoro USA
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La maggiore sorpresa per i mercati è arrivata dal rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti per il mese di settembre. Sono stati creati 254.000 nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli, superando nettamente le previsioni degli economisti, che si aspettavano 150.000 unità. Questo aumento ha ridotto il tasso di disoccupazione dal 4,2% al 4,1%. Anche i dati dei mesi precedenti sono stati rivisti al rialzo, contribuendo a un quadro più positivo del previsto. L’aumento delle retribuzioni, pari al 4% su base annua, è stato un altro fattore rilevante.
Questo miglioramento nel mercato del lavoro ha avuto un impatto diretto sulle aspettative riguardo ai futuri tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. I mercati ora anticipano un taglio meno drastico, di 0,25%, rispetto al taglio previsto di 0,5%. La Fed potrebbe adottare un approccio più misurato alla riduzione dei tassi, cercando di bilanciare la crescita economica e tenere sotto controllo le pressioni inflazionistiche.
Scioperi nei porti della East Coast
Un altro fattore significativo di incertezza è stato lo sciopero nei porti della East Coast. I lavoratori rappresentati dalla International Longshoremen’s Association (ILA), che operano in 36 porti della costa orientale degli Stati Uniti e del Golfo del Messico, hanno chiesto aumenti salariali. Le perdite economiche giornaliere stimate a causa dello sciopero variavano tra 1 e 5 miliardi di dollari. Fortunatamente, dopo tre giorni di sciopero, le parti hanno raggiunto un accordo provvisorio, che prevede un aumento salariale del 62% su sei anni.
Questa rapida risoluzione ha evitato conseguenze economiche più gravi e ha contribuito a ridurre l’impatto sull’inflazione, nonostante un possibile aumento dei costi del lavoro.
Tensioni geopolitiche
Le tensioni in Medio Oriente hanno giocato un ruolo importante nell’andamento dei mercati durante la settimana. L’attacco missilistico dell’Iran contro Israele ha fatto aumentare i prezzi del petrolio e degli asset rifugio, come l’oro e i titoli di Stato USA. Tuttavia, la risposta dei mercati è stata temporanea, con una stabilizzazione successiva di questi valori, anche se i prezzi del petrolio rimangono elevati, con un incremento del 10% nell’ultima settimana.
Elezioni presidenziali USA
Infine, l’incertezza legata alle elezioni presidenziali statunitensi in programma il 5 novembre rimane un fattore chiave per i mercati. Storicamente, si è osservato un aumento della volatilità nelle settimane precedenti alle elezioni, seguito da una ripresa del mercato dopo la fine del processo elettorale. L’attenzione degli investitori rimane focalizzata su come questi risultati influenzeranno l’andamento futuro dell’economia e dei mercati.
Conclusione
Nonostante i rischi legati a queste incertezze, i fondamentali dell’economia statunitense restano solidi. L’inflazione sta lentamente moderando, la crescita economica rimane positiva e la Fed è intenzionata a proseguire con la riduzione graduale dei tassi di interesse fino al 2025. Anche i mercati azionari, pur con possibili momenti di volatilità, dovrebbero continuare a essere sostenuti da una crescita degli utili aziendali e da un contesto economico favorevole.
Aumenta la volatilità sui mercati azionari americani, le attese per le prossime settimane: le indicazioni dell’analisi grafica
Grazie ai nuovi massimi storici si conferma la rottura del primo ostacolo lungo il percorso rialzista indicato in figura dalla linea tratteggiata. A questo punto potrebbe essere molto probabile il raggiungimento di quota 6.000.
L’inizio della settimana, però, non è stato sotto i migliori auspici con un S&P500 che ha perso circa l’1%. Sarà importante monitorare cosa accadrà nel corso della settimana. Solo una chiusura settimanale inferiore a 5.712,24 potrebbe favorire una ripresa del ribasso.
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