Attenzione, se l’IBAN è errato la banca non è tenuta al controllo. Ecco perché

Se l'IBAN è errato la banca non è tenuta al controllo

Il tema dell’errata imputazione di un bonifico, con l’arrivo della normativa europea PSD2, diventa cruciale per non perdere soldini! Gli Esperti Risparmio e Famiglia di ProiezionidiBorsa analizzano l’impatto della norma comunitaria sulla destinazione dei bonifici. Pertanto, attenzione, se l’IBAN è errato la banca non è tenuta al controllo. Ecco perché bisogna essere ancora più attenti sia all’inserimento del codice univoco IBAN, sia nell’attivare controlli su frodi informatiche.

Quest’ultimo problema è originato da comunicazioni false, quali mail, hackeraggio etc., che fornirebbero l’IBAN apparentemente del fornitore a cui pagare la fattura. Inducendo così il mal capitato ad effettuare il bonifico ad un conto diverso.

La PSD2 decide finalmente quale sia la chiave univoca per la destinazione dei Bonifici

La normativa che ha uniformato e rivoluzionato i sistemi di pagamento in Europa, ha risolto la questione dell’incongruenza tra coordinate e nominativo beneficiario.

Difatti, le banche, nel dubbio, prevedevano controlli manuali degli operatori, quando si riscontravano differenze. La normativa armonizzata ha fatto prevalere l’esigenza di avere tempi certi nell’accredito dei bonifici e nell’effettuazione di pagamenti. Si è deciso, quindi, di rimuovere tutti i controlli primari e prevedere la validità dell’IBAN quale chiave univoca per la destinazione dei bonifici.

La PSD2, quindi, stabilisce nell’art.88 del testo normativo che il Codice Identificativo Unico fornito dal cliente è la condizione sufficiente per l’esecuzione di un bonifico. Se l’IBAN dovesse essere errato, sia la banca ordinante, che quella destinataria, sono esenti da responsabilità. Con le pronunce dell’ABF si stigmatizzano anche l’orientamento giurisprudenziale.

Due esempi sono la Decisione 162, ma ancor più la 3288/2017. Quest’ultima, nell’esaminare il caso di un bonifico il cui IBAN è stato hackerato, ha previsto la neutralità della banca, nell’operazione. Dunque, viene palesato il ruolo dell’intermediario quale mero esecutore.

Cosa fare in caso di errata indicazione dell’IBAN?

Innanzitutto, bisogna prestare attenzione al modo in cui vengono fornite le coordinate. Comunque, nel caso in esame, si potrà chiedere alla banca l’inserimento del cosiddetto “recall” ovvero la richiesta di restituzione all’altra banca. La richiesta va effettuata, possibilmente con forma scritta e repentinamente. Non tanto per la tempistica prevista, ovvero dieci giorni lavorativi dall’esecuzione. Ma quanto per la possibilità di trovare ancora fondi giacenti sul conto del beneficiario.

Pertanto, attenzione, se l’IBAN è errato la banca non è tenuta al controllo. Ecco perché: la restituzione attivata dal “recall” prevede il consenso scritto del beneficiario del bonifico. E se il fortunato è male intenzionato? La ricetta medica prevede il ricorso all’avvocato civilista e/o penalista.

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