Chi accetta l’eredità è tenuto a rispondere dei debiti ereditari. L’accettazione è possibile nel termine di 10 anni dall’apertura della successione. Tuttavia, nel tempo occorrente al decorso dei 10 anni, possono verificarsi diverse evenienze. In proposito, uno dei problemi che si sono posti è se chi fa la dichiarazione di successione, perciò solo deve rispondere dei debiti ereditari. Ciò accadrebbe se detta dichiarazione valesse come accettazione tacita.
Essa, tecnicamente, consiste in un atto di natura fiscale che serve per liquidare le imposte sulle successioni. Va fatta dinanzi all’Agenzia delle Entrate nel termine di 1 anno. Quindi, attenzione se chi fa questa dichiarazione all’Agenzia delle Entrate è tenuto a pagare i debiti ereditari. Ma vediamo cosa ha risposto la Cassazione al riguardo.
Attenzione se chi fa questa dichiarazione all’Agenzia delle Entrate è tenuto a pagare i debiti ereditari
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Come si sa, è dal momento dell’accettazione dell’eredità che il creditore può iniziare col recupero del credito nei confronti degli eredi. Tuttavia, se sopraggiunge la dichiarazione di successione, cosa accade? Ebbene, la Cassazione, con sentenza n. 21006 del 22 luglio 2021, ha chiarito che la dichiarazione di successione non vale come accettazione tacita dell’eredità. Inoltre, può essere presentata anche da un solo erede e produce effetto nei confronti degli altri, liberandoli da tale adempimento. Cosa, che invece, non può certo accadere per l’accettazione dell’eredità.
Quindi, chi esegue la dichiarazione di successione non può essere chiamato a rispondere dei debiti del defunto. Ciò, se non ha accettato l’eredità. Infatti, tale dichiarazione non preclude la successiva rinuncia all’eredità. Di conseguenza, chi rinuncia all’eredità non paga i debiti del defunto, anche se ha presentato la dichiarazione di successione. La rinuncia, infatti, ha effetto retroattivo e la persona è considerata come mai chiamata alla successione.
Conclusioni della Suprema Corte
In definitiva la Cassazione ha concluso che il chiamato all’eredità che non abbia accettato o che vi rinunci, non è tenuto a pagare i debiti del defunto. Tuttavia il Fisco, così come qualsiasi altro creditore, può utilizzare gli strumenti di tutela riconosciutigli dalla legge, come l’impugnazione della rinuncia all’eredità.