Il denaro elettronico ha ormai rivoluzionato da diversi anni il nostro approccio alla quotidianità. Grazie ad esso abbiamo la possibilità di portare con noi, ovunque andiamo, grandi somme di denaro, senza doverci preoccupare di girare con troppo contante in tasca. In un certo senso ci sentiamo più al sicuro, con la semplice possibilità di bloccare la carta di credito in caso di furto o smarrimento. Le carte di credito rappresentano, poi, uno strumento molto importante della nostra vita poiché conservano parte dei nostri risparmi. Quindi, sono uno strumento molto importante e a cui noi tutti riserviamo una certa attenzione.
Nel corso degli anni, abbiamo poi compreso che qualsiasi ambito che abbia a che fare con il denaro è soggetto a raggiri e inganni. Il progresso tecnologico, se da un lato ci permette di sentirci maggiormente al sicuro, dall’altro porta con sé nuovi pericoli. Difatti, esso, permette ai malintenzionati di inventare sempre nuovi e funzionali modi per truffarci dei dati sensibili. Come conseguenza, sentiamo parlare spesso di tessere clonate, phishing e skimming.
Attenzione perché secondo una ricerca rubare il PIN al bancomat potrebbe essere più facile del previsto
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Le nostre carte proprio perché protette da password e PIN a 4 o 5 cifre, ci danno un senso di sicurezza. Negli anni per combattere le frodi abbiamo iniziato a prestare sempre maggiore attenzione ai nostri comportamenti. A partire dalle piccole azioni, necessarie a salvaguardare le nostre preziose carte di credito. Stiamo per esempio attenti che nessuno legga il nostro codice CVV, utile per le transazioni online, magari tenendolo il più possibile nascosto. Stiamo attenti ai pagamenti con i POS negli esercizi commerciali, magari ‘nascondendoci’ durante la digitazione del PIN. Prestiamo poi un’attenzione particolare quando andiamo a prelevare agli sportelli bancari, guardandoci intorno e cercando di velocizzare l’operazione.
Un gesto che tutti facciamo durante il prelievo di contante, è l’utilizzo della mano che non digita per coprire la mano che digita il PIN sulla tastiera elettronica. Un gesto apparentemente ‘sicuro’.
Ma così non è, secondo uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori internazionali con la collaborazione dell’Università di Padova.
Situazioni spiacevoli
I ricercatori hanno condotto un esperimento capace di dimostrare come i comuni sportelli automatici (ATM) sarebbero più vulnerabili di quel che crediamo. Infatti, attraverso la simulazione di un’abitudine che tutti noi usiamo quando facciamo il prelievo, hanno individuato una possibile falla presente nelle tastiere di alcuni ATM. Lo studio ipotizza come, qualunque malintenzionato, attraverso una microcamera posizionata sul bancomat, potrebbe registrare i movimenti della mano che digita il PIN.
Il truffatore, recuperata in un secondo momento la microcamera, ricostruirebbe poi, per tentativi i codici dei malcapitati.
Una situazione alquanto spiacevole.
I ricercatori, spiegano nelle conclusioni che tra le contromisure da adottare, l’ideale sarebbe l’uso PIN con più numeri, quindi maggiormente difficili da ricostruire.
Dunque, un’analisi importante poiché richiama all’attenzione di tutti noi un nuovo campanello d’allarme facendoci dubitare di un atteggiamento che siamo soliti dare per scontato.
Attenzione perché secondo una ricerca rubare il PIN al bancomat potrebbe essere più facile del previsto, poiché la tecnologia procede spedita. Tocca ancora a noi trovare nuovi metodi per poterci difendere in maniera adeguata da eventuali pericoli.