Nel tempo le disposizioni di legge cambiano e anche le condizioni contrattuali delle banche possono subire importanti modifiche. Conviene pertanto informarsi e aggiornarsi sulle ultime novità in campo normativo per evitare spiacevoli sorprese e danni economici. Sono infatti previsti “Più di 3.000 euro di multa per il risparmiatore distratto che effettua questo versamento sul conto corrente o emette questo pagamento”. Non si ammette l’ignoranza di decreti e dettati legislativi per cui l’unica arma di cui dispone il cliente bancario è proprio la conoscenza dei termini contrattuali. Pertanto si raccomanda attenzione perché rischiano il blocco del pagamento degli stipendi i titolari di conto corrente che prelevano soldi oltre questo limite.
E ciò vale soprattutto per i clienti che non sempre sanno quanta liquidità hanno in giacenza sul conto o che non hanno dato fondo al deposito. Si discute molto a proposito dell’errore che compie il risparmiatore a lasciare troppi soldi sul conto piuttosto che investirli. Ma non bisogna dimenticare che esistono anche i contribuenti che per svariate ragioni approdano allo sconfinamento e risultano debitori nei confronti delle banche. Ma bisogna fare attenzione perché rischiano il blocco del pagamento degli stipendi i titolari di conto corrente che prelevano soldi oltre questo limite. Per i privati la soglia di scoperto che già espone al rischio di rientrare nella lista nera dei cattivi pagatori è pari a 100 euro. La segnalazione che invece bolla il cliente come inadempiente scatta invece per le imprese in presenza di uno sconfinamento di 500 euro.
Attenzione perché rischiano il blocco del pagamento degli stipendi i titolari di conto corrente che prelevano soldi oltre questi limiti
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Chi continua a prelevare e ad attingere alle somme in giacenza sul conto senza rimediare allo scoperto rischia lo stop ad una serie di pagamenti automatici. Il cliente con il conto corrente in rosso anche soltanto di 100 o 500 euro potrebbe infatti subire il blocco degli addebiti automatici.
In presenza di uno sconfinamento per un periodo di 90 giorni consecutivi l’istituto bancario ha facoltà di bloccare una serie di pagamenti. Ci si riferisce ad esempio al pagamento delle utenze domestiche o degli stipendi ai dipendenti da parte di un’azienda. Ciò perché andare in rosso non rientra fra i diritti del correntista ma si configura come una possibilità che la banca può o meno concedere ai propri clienti.
Il blocco dei pagamenti delle bollette, degli stipendi, delle rate di un prestito potrebbe dunque non scattare anche con il conto in rosso se la banca non lo prevede. Tutto dipende infatti dalle condizioni contrattuali che contraddistinguono l’istituto bancario e che ogni cliente ha modo di conoscere consultando l’Indicatore sintetico di costo. Si tratta di disposizioni di trasparenza che informano sui termini contrattuali e che offrono continui aggiornamenti sui servizi e sui costi bancari.