Abbiamo sempre pensato alla carne solo ed esclusivamente come cibo e quindi alle conseguenze che il suo apporto di proteine ma anche di grassi ha sulla nostra salute.
Non si tratta però soltanto di questioni alimentari, ma anche ecologiche. Attenzione, infatti, perché il consumo eccessivo di questo alimento potrebbe essere drastico per il pianeta.
Con una forte richiesta da parte dei Paesi ricchi, il consumo di carne mondiale è raddoppiato negli ultimi anni. Di conseguenza anche la sua produzione ha visto un aumento esorbitante. Da un rapporto dell’Ocse e dalla Fao emerge che il consumo totale di questo prodotto potrebbe salire ancora del 12 % entro il 2029.
Questa crescita non va soltanto in base all’aumento della popolazione, ma anche al consumo di carne medio a persona. Basta guardare i numeri: da 23 kg nel 1961 si è passati a 43 kg nell’anno 2014. I Paesi, le cui economie stanno emergendo come quelli asiatici, sono trainanti. Sembra infatti che l’aumentare del reddito induca anche ad un maggiore consumo di carne e verdure nella piramide alimentare e ad un minore consumo di carboidrati. Fortunatamente nei Paesi più poveri l’utilizzo di carne è rimasto basso e stabile.
Gli allevamenti sono responsabili del 15 % di emissioni di gas serra
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Gli animali da allevamento sono circa il 60 % dei mammiferi terrestri, significa che oltre la metà sono destinati a diventare cibo per le nostre tavole. Il problema però non riguarda tanto una questione etica, bensì climatica. Gli allevamenti destinati al macello sono infatti responsabili del 15 % di emissioni di gas serra quali CO2, di metano e protossido di azoto.
Sia il metano che il protossido di azoto sono entrambi prodotti delle esalazioni derivanti dal letame degli animali in decomposizione. Sono molto pericolosi perché trattengono enormi quantità di calore e risultano una delle principali cause dell’inquinamento ambientale.
Vanno anche aggiunti i consumi del settore dei trasporti come treni, camion e macchine. Nel peggiore dei casi vanno considerati anche la contaminazione delle falde acquifere e la cattiva gestione degli allevamenti intensivi.
Inoltre bisogna sapere che per fare un solo hamburger servono 150 litri d’acqua. Gli allevamenti di animali da macello consumano circa 1/3 del quantitativo di acqua destinato alle attività agricole. Ciò risulta disastroso anche per le risorse idriche. Si consuma e si spreca troppa acqua.
Attenzione perché il consumo eccessivo di questo alimento potrebbe essere drastico per il pianeta
Per non parlare del problema della biodiversità. La maggior parte dei terreni, foreste, boschi e aree non contaminate devono piegarsi a diventare terreni ad uso agricolo. Qui viene piantato mangime per gli animali da allevamento oppure diventano ettari pianeggianti adibiti ai pascoli.
Inoltre l’impatto che questo prodotto ha sul cambiamento climatico varia a seconda del tipo di carne. L’agnello è ad esempio la produzione di carne più inquinante insieme al manzo. Seguono il maiale, il salmone allevato, e poi le carni bianche come pollo e tacchino.
Sicuramente un cambio di passo all’interno del sistema industriale e l’aiuto delle innovazioni tecnologiche, potranno piano piano evitare che l’impatto ambientale del consumo di carne sia così aggressivo e distruttivo per il pianeta.