Attenzione perché dormire tanto e dopo pranzo a 60 anni potrebbe essere l’avvisaglia di questa malattia cerebrovascolare

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Man mano che l’età avanza, il nostro corpo cambia e con esso cambiano anche le nostre abitudini. Il sonno, per esempio, può rispondere in modi differenti al passare del tempo. Passati i 50 anni, alcuni maturano disturbi del sonno che sfociano in difficoltà ad addormentarsi e quindi nell’insonnia. Altri, al contrario, avvertono una sonnolenza quasi continua, anch’essa dovuta a un sonno non regolare. Per questi, alzarsi al suono della sveglia può diventare sempre più complicato. Al contempo, si concederanno sovente riposini postprandiali.

Ma attenzione perché dormire tanto e dopo pranzo a volte può essere un sintomo da non sottovalutare. Lo afferma uno studio portato avanti presso l’Università di Medicina Hubei di Shiyan (Cina). Secondo i ricercatori, ci sarebbe una correlazione tra dormire tanto a 60 anni e il rischio ictus (sia ischemico che emorragico). Entriamo più nel dettaglio, attraverso le parole degli esperti.

Non sempre dormire a lungo è un buon segno per la nostra salute

Gli studiosi cinesi hanno cercato eventuali associazioni tra sonnolenza continua, pisolini pomeridiani e rischio di avere un ictus. Per farlo hanno condotto uno studio su un ampio campione, costituito da 31.750 pazienti con età media pari a 61,7 anni. I ricercatori hanno studiato le abitudini dei membri del campione, interessandosi soprattutto a due fattori. Il primo è il numero di ore dormite durante la notte. Il secondo è l’abitudine o meno di dormire dopo pranzo (e, in caso affermativo, per quanti minuti).

In entrambi i casi, lo studio avrebbe evidenziato delle correlazioni tra durata del sonno e rischio di ictus. In particolare, all’aumentare delle ore dormite, aumenterebbe anche la possibilità della malattia.

Attenzione perché dormire tanto e dopo pranzo a 60 anni potrebbe essere l’avvisaglia di questa malattia cerebrovascolare

Dallo studio cinese emerge che chi dorme troppo avrebbe un rischio più elevato di imbattersi in un evento ischemico. I ricercatori hanno osservato come a un sonno notturno di nove ore corrisponderebbe un rischio di ictus maggiore rispetto a un sonno di otto ore. Invece, non hanno registrato alcuna variazione sensibile in chi dorme meno di otto ore.

Per quanto riguarda i pisolini pomeridiani, chi resta sul divano, in media, 90 minuti avrebbe rischi maggiori di chi sonnecchia per mezz’ora al massimo. In generale, i rischi di ictus totale, ischemico ed emorragico aumenterebbero rispettivamente del 29%, 28% e 56% in chi dorme troppo a lungo. Dunque, se avvertiamo un continuo senso di sonnolenza, sarebbe bene farci monitorare assiduamente dal nostro medico.

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