Accade sempre più spesso che ci si debba prendere cura di un familiare che ormai anziano o disabile ha bisogno di assistenza continua. Col passare del tempo diventa anche più difficile riuscire a conciliare gli orari lavorativi e le crescenti esigenze di cura del parente. Inoltre non sempre il soggetto non più autosufficiente possiede tante risorse economiche da destinare a badanti e assistenti. Ciò soprattutto quando aumentano le ore in cui si ha bisogno di una presenza accanto per lo svolgimento delle più semplici attività quotidiane. Come ben sappiamo si possono ottenere “Fino a 100 euro al giorno di assegno INPS per chi assiste invalidi e anziani con la Legge 104”. Conviene pertanto fare attenzione perché anche i parenti non stretti possono richiedere la Legge 104.
Nel Decreto legislativo n. 119/2011 compaiono i più recenti aggiornamenti relativi al congedo e ai permessi lavorativi per l’assistenza ai soggetti disabili. Ma vi sono anche casi particolari in cui il singolo individuo può inoltrare una specifica richiesta che risponde alle proprie peculiari esigenze familiari. La Redazione di ProiezionidiBorsa vi invita pertanto a prestare attenzione perché anche i parenti non stretti possono chiedere la Legge 104.
Attenzione perché anche i parenti non stretti possono chiedere la Legge 104
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Anche i parenti che non rientrano nella platea dei beneficiari dei permessi lavorativi della Legge 104 possono fruirne e in più ottenere il trasferimento. Secondo la sentenza risalente al 5 giugno 2020 del Tribunale civile di Palermo il lavoratore che deve assicurare assistenza alla suocera ha diritto al trasferimento. Il caso riguarda in particolare un insegnante che risulta unico parente in grado di prestare assistenza e cura alla suocera non più autosufficiente.
Secondo quanto ha statuito il Tribunale palermitano potrà godere di una corsia preferenziale e trasferirsi in una sede lavorativa che consenta di erogare cure al familiare. Benché la suocera non figuri fra i parenti per cui chiedere i benefici della Legge 104, bisogna tuttavia tutelare il diritto alla salute dei disabili. E, in particolare, la normativa prevede la possibilità di mobilità e avvicinamento quando si deve garantire assistenza a parenti e affini. In questo specifico caso, il lavoratore ottiene il trasferimento perché unico soggetto che possa farsi carico dell’assistenza ad affini.