Andare in pensione in Italia è una possibilità che la normativa vigente prevede con diverse misure. Ci sono misure ordinarie e misure in deroga. Sono sostanzialmente due le misure ordinarie e sono la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata. Quelle in deroga invece sono una moltitudine. Molte delle quali sono cambiate negli anni ed altrettante vanno in scadenza a fine 2023. Attenzione perchè a queste persone la pensione slitterà!
Ciò che va detto però è che il meccanismo con cui in Italia si può andare in pensione e assai particolare. Infatti dopo l’entrata in vigore del sistema contributivo le pensioni degli italiani sono drasticamente cambiate, allontanandosi nel tempo. E per chi rientra totalmente in questo sistema, le pensioni sono diventate più difficili da centrare. Attenzione perchè a queste persone la pensione slitterà da 64 a 71 anni, e molti non lo sanno nemmeno. Succederà così in maniera sempre più frequente a partire dal 2024.
Attenzione perchè a queste persone la pensione slitterà
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Il sistema pensionistico italiano divide i contribuenti in due aree. Ci sono quelli che hanno iniziato a lavorare prima del 1996 e quelli che hanno iniziato a lavorare dopo. Tra le due categorie cambiano innanzi tutti le regole di calcolo delle pensioni. Per i primi si utilizza il calcolo misto. In pratica per i periodi di lavoro precedenti il 1996, si usa il calcolo retributivo, basato sulle ultime buste paga (ultime 52 settimane di lavoro svolto). Per quelli successivi, si usa il calcolo contributivo. Basato sui contributi effettivamente versati e pari al 33% della retribuzione per i lavoratori dipendenti. Il calcolo retributivo è più vantaggioso di quello contributivo. E chi ha più di 18 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 1995 ha diritto al calcolo retributivo fino al 31 dicembre 2011, come stabilito dalla riforma Fornero. Ma ciò che cambia sono le regole di pensionamento. Restrittive per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Addirittura la pensione slitta da 64 a 71 anni di età, e parliamo di pensione di vecchiaia ordinaria.
Cosa rischiano i lavoratori
Man mano che passano gli anni ecco che sono sempre meno quelli che hanno carriere lunghe prima del 1996. E sono sempre più quelli che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996. Per questi lavoratori esiste la pensione anticipata contributiva che si prende a 64 anni con 20 anni di contributi. Ma solo se la pensione liquidata è pari o superiore a 1.410 euro circa al mese. Infatti vige il vincolo della pensione pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. E per il 2023 l’assegno sociale è 503,27. Se il lavoratore non arriva a una pensione con questo importo, non può avere accesso alla pensione a 64 anni. Ma i vincoli non mancano nemmeno per la pensione di vecchiaia ordinaria. Sempre per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, la pensione di vecchiaia oltre a 67 anni di età e 20 anni di contributi, deve essere di importo pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale. Quindi a circa 750 euro al mese. Se non si arriva a questo importo la pensione non si può prendere. E slitta a 71 anni di età, quando viene meno il vincolo dell’assegno minimo di pensione. Anzi, a 71 anni verrebbe meno anche il vincolo dei 20 anni di contributi. Ne bastano infatti 5.