Il caro bollette è stato argomento di massima popolarità per mesi e mesi tra fine 2022 ed inizio 2023. Insieme all’aumento esponenziale del costo della vita, dei beni di prima necessità e del carburante, le bollette per le utenze domestiche sono state l’autentico dolore per le famiglie. Messe in ginocchio da quello che è successo tra crisi economica post pandemia e guerra in Ucraina. Sulle bollette però ci sono tante variabili che andrebbero controllate. Attenzione, la tua bolletta della luce è cara?
Tante particolarità che riguardano tutte le famiglie e che si dovrebbero capire leggendo le bollette. Che tutto sono tranne che facili da comprendere. A tal punto che pare ci siano famiglie che di luce pagano più di quanto dovrebbero. E lo fanno a prescindere dagli aumenti che ci sono stati. Perché il pagamento maggiore dipende da un errore marchiano sulla bolletta, facile da riconoscere e pure semplice da risolvere.
Attenzione, la tua bolletta della luce è cara? forse c’è questo errore comune che puoi risolvere
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In genere la bolletta della luce presenta sigle, codici e tabelle che sono di difficile comprensione anche per gli addetti ai lavori. Figuriamoci per i consumatori, a cui la bolletta arriva con la classica periodicità. Nove contribuenti su dieci all’arrivo della bolletta guardano l’importo da pagare e la data di scadenza. A meno che non siano contribuenti che hanno deciso per la comodità della bolletta via email e dell’addebito diretto in conto corrente. In quel caso è probabile che il contribuente non guardi assolutamente niente. Eppure ci sono dati sulla bolletta che sarebbe opportuno guardare. Perché cambia molto come tariffa da pagare per esempio, tra utenza uso residenziale ed utenza uso non residenziale. Una differenza che riguarda per esempio quanti hanno due o più utenze a loro nome, magari una per la casa di abitazione del proprio nucleo familiare (utenza residenziale) ed una per l’attività commerciale, lo studio professionale, la casa al mare o semplicemente il garage sotto casa.
Occhio alla dicitura uso residenziale e non
Ma ci sono utenti che si trovano senza dubbio di fronte ad una bolletta che presenta la dicitura uso non residenziale nonostante siano intestatari di quell’unica utenza della casa dove effettivamente risiedono. In genere si trova in alto a sinistra nella prima pagina della lettera che accompagna la bolletta, sia cartacea che via email. Per l’utenza domestica residenziale, si paga il cosiddetto contributo unico per le spese di impianto (si tratta delle spese di gestione energetica).
Questa voce va a sommarsi ai consumi, generando l’importo da pagare (oltre naturalmente a tasse ed IVA). Per le utenze non residenziali, oltre a quelle voci di spesa prima citate ed oltre naturalmente ai consumi, c’è in aggiunta il canone annuo fisso. Oltretutto come tariffe, l’ARERA, l’Agenzia di Regolazione Energia Reti e Ambiente, ha stabilito che siano più alte quelle per uso non residenziale. E lo ha ufficializzato con la delibera n° 582/2015/R/eel. Chi si rende conto di avere a che fare con questo errore, deve contattare il proprio fornitore e chiedere il cambio. E ci sono contribuenti che hanno segnalato che in sede di cambio, dimostrando che la residenza era pregressa rispetto alla domanda di cambiamento, hanno recuperato anche gli arretrati. In pratica si sono trovati a credito con il fornitore. Credito che nelle bollette successive lo stesso fornitore ha considerato ed utilizzato in abbattimento degli importi.