Ormai è chiaro che il reddito di cittadinanza è arrivato agli sgoccioli. Dal momento che ormai dopo questa specie di fase transitoria che ha portato il sussidio ad essere confermato per un altro anno, il 31 dicembre prossimo il reddito di cittadinanza andrà in “soffitta”. Dopo l’esperienza partita nel 2019 con il sussidio, dal 2024 si cambia. E dopo la conferma 2023, ma limitata per determinate platee di potenziali aventi diritto, il sussidio non sarà più fruibile.
Ciò che molti sottovalutano però è il fatto che per colpa dell’ISEE non mancheranno i soggetti che finiranno con il perdere mesi di sussidio per sempre anche nel 2023. Mai come adesso infatti, il collegamento del sussidio con l’ISEE diventa determinante per non perdere il diritto al beneficio. Se in passato il ragionamento si faceva sui 18 mesi e sulla scadenza di questo periodo massimo di copertura dal sussidio, adesso non si pià ragionare più in questa ottica. Ma cosa significa tutto questo e cosa rischiano di perdere i diretti interessati?
Attenzione all’ISEE perché basta poco per perdere il reddito di cittadinanza in maniera irreversibile
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L’ISEE fa riferimento ai due anni precedenti. Infatti chi adesso è chiamato a rinnovare l’ISEE deve usare i dati reddituali e patrimoniali, propri e del proprio nucleo familiare, ma riferiti al 2021. E chi aveva redditi o soldi in banca nel 2021, rischia di finire fuori dal perimetro di beneficio. A dire il vero la soluzione esiste ed è quella dell’ISEE corrente. In pratica se dal 2021 ad oggi molto è cambiato a livello di patrimonio e di redditi, dopo aver ottenuto l’ISEE ordinario si può fare quello corrente. Che serve per abbassare l’ISEE e per renderlo più vicino alle reali condizioni di disagio del richiedente e della sua famiglia. Ma se per le variazioni di reddito si può fare tutto adesso, cioè si può già richiedere l’ISEE corrente, non si può fare lo stesso con le variazioni patrimoniali. Chi nel 2021 aveva soldi in banca e adesso non li ha più, deve aspettare aprile per l’ISEE corrente.
Addio per sempre a mesi di sussidio, ecco quando
E se per colpa di questi soldi in banca (per il RDC la soglia per il singolo per esempio è di 6.000 euro), il sussidio non viene erogato fino a quando arriverà l’ISEE corrente, è del tutto evidente che i mesi di mancata fruizione non saranno mai recuperati. In passato cambiava solo la scadenza dei 18 mesi. In pratica i mesi con sussidio non percepito facevano slittare la scadenza dei 18 mesi. Adesso, finendo il 31 dicembre 2023 il reddito di cittadinanza, ciò che si perde, è per sempre. Fare attenzione all’ISEE perché basta poco per perdere il reddito di cittadinanza quindi è fondamentale. E lo è anche per chi non ha provveduto al rinnovo entro il 31 gennaio scorso. Se per colpa del mancato rinnovo nei termini si perde per esempio febbraio come mensilità, la si perderà per sempre.