Oggi andremo a capire perchè si deve fare attenzione alle truffe sul sale rosa dell’Himalaya.
Il sale rosa dell’Himalaya, secondo gli estimatori, non è soltanto un condimento. E’ un cloruro di sodio speciale, puro, molto antico, ricco di proprietà importanti per il nostro corpo e privo delle tossine inquinanti che contaminano le tipologie di sale provenienti oggi da mari e oceani. L’oro rosa, come lo chiamano, è ricchissimo di sali minerali, che invece sono del tutto assenti nel sale da cucina.
Ne contiene più di 80, tra i quali troviamo soprattutto il ferro. Il sale rosa non è raffinato, non viene trattato con alcun procedimento chimico ed è incontaminato, viene raccolto a mano in miniere e canaloni, proprio come quando si era depositato nel suolo migliaia di anni prima. Ma sarà tutto vero? Ultimamente sono state rese note alcune truffe a proposito del sale rosa dell’Himalaya. Che ci fanno riflettere sulla qualità del nostro sale nostrano. Facciamo chiarezza con gli esperti della nostra redazione Salute & Benessere di ProiezionidiBorsa.
Sostituirlo o no al nostro sale marino
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L’impiego di sale rosa dell’Himalaya, in sostituzione del comune sale da cucina, limita il rischio di ritenzione idrica e di ipertensione. Il suo contenuto di cloruro di sodio è decisamente ridotto, il nostro intestino lo assorbe meglio, non pesa sulla circolazione sanguigna e sul funzionamento dei reni. Inoltre regola l’ipertensione e promuove un equilibrio stabile del pH a livello delle cellule, cervello incluso, dunque rallenta l’invecchiamento. Il sale rosa dell’Himalaya ormai si trova abbastanza facilmente anche al supermercato, accanto al comune sale da cucina o alle spezie. Si trova ovviamente nei negozi di prodotti biologici, nelle erboristerie, nelle botteghe del commercio equo e su internet, macinato grosso e fino.
Gli impieghi nel non food
Sono interessanti gli impieghi del sale rosa dell’Himalaya al di fuori dell’ambito alimentare. Per esempio la preparazione di uno scrub per la pelle, lo scioglimento in un bagno caldo per la riduzione dei dolori articolari. E la realizzazione di una soluzione salina disinfettante in caso di mal di gola e raffreddore.
Attenzione alle truffe
Attenzione alle truffe sul sale rosa dell’Himalaya. Il problema principale riguarda l’autenticità di quel che possiamo comprare. La maggior parte del sale rosa che si trova in commercio, non verrebbe estratto dalle miniere dell’Himalaya, la catena montuosa da cui prende il nome. Ma dalla miniera di Kewhra, nella “Salt Range” in Pakistan. Che si trova a 300 km più a sud della catena montuosa più alta del mondo. Dunque questo sale non possiede affatto tutte le caratteristiche che si vorrebbero.
L’Ufficio Bavarese per la salute e la sicurezza alimentare, ha esaminato 15 diversi campioni di diverse marche di sale rosa in commercio. E non vi ha trovato traccia degli 84 elementi che lo renderebbero benefico. Altre ricerche hanno rilevato la presenza di sale da cucina semplicemente colorato, tra i prodotti in vendita. O la presenza di metalli come cadmio e nichel. Segno che il sale rosa non viene affatto raccolto a mano dalle donne pakistane, ma scavato con le macchine. Insomma, sono pochissime le partite che arriverebbero veramente dai monti dell’Himalaya.
Tracciabilità e sostenibilità difficili
Bisogna chiedersi se vale la pena di pagare più del triplo del prezzo di un comune sale marino. Perché dovremmo comprare un sale alterato o più inquinato del nostro sale? Sapendo, fra l’altro, del terribile sfruttamento dei lavoratori nelle miniere in quel Paese? Acquistare il sale dell’Himalaya con provenienza e sostenibilità garantite, insomma, non è facile. Attenzione anche gli oggetti in sale rosa realizzati da hobbisti, artisti e artigiani, venduti nei mercatini. Anche lì la provenienza del sale non è certa. Inoltre spesso si spacciano presunte proprietà deumidificanti degli ambienti domestici. O proprietà rilassanti per conciliare il sonno, che non trovano alcun riscontro scientifico.