Diventa sempre più difficile per i consumatori sottrarre agli accertamenti del Fisco i movimenti di soldi contanti. Per combattere contro l’evasione fiscale e contro il riciclaggio di denaro da parte di bande di criminali ci sono ormai strumenti di verifica molto sofisticati. L’incrocio di dati provenienti da più fonti consente all’Autorità fiscale di monitorare la maggior parte dei trasferimenti di somme di denaro. Anche chi non appartiene alle fila di evasori e criminali deve fare attenzione alle operazioni con carte prepagate e Postepay che fanno scattare i controlli dell’Agenzia delle Entrate.
I nostri Esperti hanno già risposto ai Lettori che chiedevano se “Esistono carte prepagate non tracciabili e non controllate dal Fisco?”. Il timore di accertamenti fiscali potrebbe scaturire dal bisogno di disfarsi di soldi contanti che non figurano nella dichiarazione dei redditi. Non sono pochi coloro che praticano una sorta di compravendita in internet e utilizzano le carte ricaricabili per ricevere i pagamenti. Bisogna pertanto capire come usare tali strumenti e fare attenzione alle operazioni con carte prepagate o Postepay che fanno scattare i controlli dell’Agenzia delle Entrate. Chi si dedica ad attività commerciali online potrebbe infatti decidere di non aprire la partita IVA per nascondere le entrate che ricava dalle vendite online.
Attenzione alle operazioni con carte prepagate e Postepay che fanno scattare i controlli dell’Agenzia delle Entrate
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Inoltre preme ricordare che gli accertamenti del Fisco sulle carte prepagate sono retroattivi fino addirittura a 5 anni. E ciò accade quando emergono delle discrepanze e difformità nel momento in cui il contribuente presenta la dichiarazione dei redditi. Potrebbe destare sospetto anche il comportamento del correntista che non ricorre al denaro in giacenza presso l’istituto di credito per ricaricare la carta prepagata.
Conviene infatti ricordare che i controlli del Fisco riguardano anche le operazioni bancarie o postali del titolare della carta. Pertanto sotto l’occhio dell’Autorità fiscale finiscono sia il numero di prelievi che il cliente effettua, sia l’entità degli stessi. Risulta evidente che laddove si registrano pochi movimenti in uscita nasca il sospetto che il contribuente disponga di altri soldi. Se non preleva dal conto per le spese quotidiane con ogni probabilità percepisce denaro da fonti che non risultano nella dichiarazione reddituale. Ecco perché e in quali casi bisogna riservare grande attenzione alleo operazioni con carte prepagate e Postepay.
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