Gli Esperti di ProiezionidiBorsa invitano i Lettori a prestare attenzione all’arrivo dei tagli sulle pensioni INPS più alte. Il contribuente che percepisce un assegno pensionistico di un certo rilievo non potrà più sentirsi al riparo da prelievi sul rateo mensile. Ci siamo già occupati in precedenza delle possibili riduzioni nell’articolo “In arrivo i tagli alle pensioni per effetto del coronavirus”. Purtroppo la massiccia ondata epidemica ha causato una brusca e lunga interruzione delle attività lavorative. Il rallentamento della produzione e dell’occupazione professionale ha imposto un arresto all’economia nazionale. Il Governo interviene tuttora a stanziare fondi e risorse a sostegno dei cittadini in difficoltà finanziarie a causa della perdita dell’impiego.
A prescindere dalla crisi economica che il Covid-19 sta ingenerando, le pensioni più elevate sono nel mirino già dal dicembre 2018. Da più parti si è levato un coro di proteste contro il privilegio di cui godono alcuni percettori di pensione. Nello specifico, l’attuale decurtazione che subiranno i ratei previdenziali più alti si deve alla battaglia che i rappresentanti gialloverdi hanno intrapreso due anni fa. Occorre dunque adesso prestare attenzione all’arrivo dei tagli sulle pensioni INPS più alte soprattutto alla luce delle recenti disposizioni legislative. Dagli Esperti di Redazione giunge notizia di quanto la Corte costituzionale ha deliberato in merito alle pensioni che superano l’importo annuo di 100.000 euro.
Attenzione all’arrivo dei tagli sulle pensioni INPS più alte
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Nella sentenza n. 234 della Corte Costituzionale si fa riferimento alla “riduzione per un triennio della rivalutazione automatica delle pensioni di elevato importo”. I rappresentanti di Lega e M5s ottengono un importante risultato in merito all’eliminazione della rivalutazione automatica fra il 2019 e il 2022. A ciò si aggiunga l’ulteriore riduzione degli assegni previdenziali superiori ai 100mila euro in ragione del contributo di solidarietà che oscillerà fra 15% e 40%. Ciò perché nella sentenza la Corte ha ritenuto tale contributo tollerabile e in linea con il dettato costituzionale.
Il contributo di solidarietà scatterà pertanto in misura progressiva e non andrà ad erodere il trattamento previdenziale minimo di 100mial euro lordi su base annuale. Tuttavia l’applicazione di tale provvedimento non avrà la durata quinquennale cui puntavano gli esponenti del Governo gialloverde. Nella recente sentenza della Corte si legge difatti che la disposizione seguirà “l’ordinaria proiezioni triennale del bilancio di previsione dello Stato”.