Nel variegato mondo delle erbe aromatiche, sicuramente il basilico è tra i più amati. Fresco e con quell’inconfondibile profumo intenso, è l’ingrediente del pesto alla genovese. Due foglie di basilico impreziosiscono, però, anche molte altre pietanze. Dal classico sugo di pomodoro fresco per gli spaghetti alla pizza, dalla caprese alle insalate miste.
Proprietà del basilico
Oltre che buono, il basilico possiede inoltre notevoli proprietà. Ad esempio, pochi sanno che questa profumatissima erba aromatica aiuta ad aumentare i livelli di magnesio. È anche, però, un’ottima fonte di nutrienti e minerali. Troviamo le vitamine C e K, manganese, ferro e calcio.
Attenzione all’abuso di questa amatissima erba aromatica perché potrebbe diventare cancerogena
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Anni fa è stato divulgato uno studio svolto dal Comitato scientifico della Commissione Europea stando al quale il basilico pareva essere cancerogeno. In realtà, il basilico, ad oggi, non rientra nell’elenco ufficiale dell’AIRC relativamente ai cibi potenzialmente cancerogeni.
Ma andiamo per gradi. Anzitutto, gli studi circa la cancerogenicità del basilico sono stati svolti su cavie roditori e non sull’essere umano. Bisogna poi considerare quanto basilico effettivamente può avere ripercussioni tossiche sull’organismo. Ai topolini ogni giorno veniva, infatti, data una quantità di metileugenolo (la sostanza incriminata) 150 volte più alta rispetto a quella che una persona qualunque può assumere anche se mangia pasta al pesto sia a pranzo che a cena!
Come per tutte le cose, bisogna considerare più aspetti e soprattutto ricordare che le quantità fanno sempre la differenza! A livello chimico-fisico, l’effetto di una singola molecola non può influire sull’alimento inteso nella sua totale complessità.
Nel caso specifico del basilico, le quantità normalmente utilizzate per condire il sugo o la pizza o per fare il pesto alla genovese sono ben lontane dal rischio cancerogeno. Ora che siamo a conoscenza di tutta la diatriba in merito, è sempre bene fare comunque attenzione all’abuso di questa amatissima erba aromatica, perché potrebbe diventare cancerogena.
E non è ancora finita. Il metileugenolo è presente in una concentrazione maggiore nelle piantine più giovani. Per tal motivo, le aziende che producono pesto, essendo a conoscenza della potenziale tossicità dell’elemento, prediligono le foglie delle piante meno giovani e più grandi.
Approfondimento
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