Attenzione al giroconto su conto cointestato: ecco cosa si potrebbe perdere

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Attenzione al giroconto su conto cointestato: ecco cosa si potrebbe perdere quando si trasferiscono i soldi su un conto di cui non si è unici titolari.

Come funziona il giroconto

Accade di frequente che un contribuente sia titolare di più conti correnti. Chi, ad esempio, ha un’attività professionale o imprenditoriale spesso possiede un conto corrente destinato al proprio lavoro ed uno familiare. In questi casi, il lavoratore potrebbe ritrovarsi nella condizione di eseguire un’operazione di giroconto da quello professionale a quello familiare. Si tratta di operazioni piuttosto frequenti e del tutto lecite. Tuttavia, quando il trasferimento di denaro avviene da un conto con unico intestatario ad uno cointestato cosa accade alla quota depositata? L’operazione di giroconto determinerebbe dei vantaggi anche all’altro titolare del conto cointestato?

Le operazioni di giroconto avvengono spesso tramite bonifico. In questi casi, è utile sapere quale causale inserire come si indica nell’articolo di seguito: “Causale bonifico giroconto: cosa si deve scrivere”. Questo è un aspetto importante perché, come ricorda l’art. 32 del DPR 600/73, i versamenti non giustificati rappresentano ricavi non dichiarati. 

Ciò detto, perché tale operazione bancaria merita particolare attenzione quando si trasferisce del denaro su un conto cointestato?

Se il conto è cointestato cosa si potrebbe perdere?

Attenzione al giroconto su conto cointestato: ecco cosa si potrebbe perdere. Un esempio chiarificatore potrebbe chiarire meglio le idee.

Immaginiamo il caso del Sig. Rossi che abbia un conto corrente professionale ed uno cointestato con il figlio a firma disgiunta. Quest’ultimo conto serve per facilitare e agevolare alcune operazioni bancarie rendendole accessibili anche al figlio del sig. Rossi. Un giorno, il padre decide di trasferire del denaro dal conto professionale a quello cointestato per avere una base sicura nel caso di eventuali spese familiari. Questa operazione, di per sé, è sicuramente consentita. Tuttavia, c’è un aspetto che si deve considerare quando si esegue un giroconto sul conto cointestato: nel momento in cui il trasferimento di denaro ha luogo, l’operazione si potrebbe configurare come una donazione di metà della somma in favore dell’altro intestatario.

Questo significa che la metà dei soldi che il Sig. Rossi trasferisce sul conto cointestato viene assegnata all’altro titolare del conto. Nei fatti, dunque, sebbene la somma depositata sia frutto del lavoro del Sig. Rossi, quest’ultimo rischierebbe di perdere la titolarità su metà della quota. Questo perché i conto corrente cointestato prevede che la somma depositata sia equamente divisibile tra i contitolari. Ciò sarebbe vero, però, fino a prova contraria. Che significa?

Il principio di equa divisione resta valido a patto che non si dimostri il contrario. Ad esempio, nel caso riportato sopra, la cointestazione potrebbe semplicemente essere fittizia. In tale occasione non vi sarebbe animus donandi, base fondamentale per ritenere che la metà del deposito sia una donazione.

Per evitare possibili perdite di denaro, è utile che le parti sottoscrivano un accordo. In questo modo si stabilisce la natura della cointestazione e non si evitano imprevisti prelievi da parte del secondo titolare del conto corrente.

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