Quello che, quantomeno nell’usanza popolare, viene definito come bruciore o mal di stomaco è un problema che può avere una radice diversa da quella che c’è nell’immaginario collettivo. Si pensa, infatti, sempre al reflusso gastroesofageo.
Ma la criticità potrebbe essere un’altra. E questo, una volta di più, spiega perché le diagnosi dovrebbero farle unicamente i medici. Evitando, cioè, di mettere in azione terapie fai da te che rischiano di essere fuori luogo.
Attenzione al bruciore o al mal di stomaco perché con questi altri sintomi oltre al reflusso bisogna pensare a un altro problema per cui servono altri rimedi
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Quando, infatti, si lamenta bruciore o mal di stomaco di stomaco è perché si ha un fastidio nella parte alta dell’addome. Tuttavia, in quella posizione c’è anche il colon. Non è da escludere che i problemi erroneamente che ci si auto-attribuisce siano in realtà ad esso riferibili.
Ed ecco perché si deve prestare particolare attenzione alle differenze tra i diversi possibili problemi. Queste possono anche essere individuate attraverso una certa eterogeneità della sintomatologia. Il quadro generale può portare a conclusioni sbagliate per chi non ha le competenze adeguate ad affrontare il problema
In linea di massima, come ricorda l’Humanitas, quando si tratta di reflusso esofageo i sintomi associati possono essere accompagnati dalla difficoltà a deglutire, nodo alla gola, tosse, raucedine, singhiozzo. Senza dimenticare, ovviamente, la sensazione di bruciore dietro lo sterno.
La sintomatologia aggiuntiva al classico bruciore o mal di stomaco che si associa ad esempio ad un eventuale problema di colon irritabile ha, invece, natura diversa. Stipsi o diarrea o eventuali dolori o fastidi all’addome potrebbero, infatti, essere indicatori di quella che viene chiamata sindrome del colon irritabile o sindorme dell’intestino irritabile.
Aspetti da non sottovalutare
Allora attenzione al bruciore o mal di stomaco o perlomeno quando si percepisce qualcosa come tale. A rendere un po’ più complessa la descrizione del quadro contribuiscono anche altri aspetti da tenere in considerazione. Si può citare, in tal senso, uno studio del 14 marzo 2010 pubblicato sul Nation Library of Medicine. In quella circostanza, analizzando 1.419 pazienti (età media 36 anni), si notò come il 63,6% delle persone avesse sia la sindrome del colon irritabile che il reflusso gastroesofageo. Ecco perché è sempre opportuno farsi visitare da un medico per ottenere indicazioni ed eventuali terapie in grado di affrontare il problema in modo efficace.
Volendo, inoltre, dare altri numeri: la sindrome dell’intestino irritabile, sempre secondo l’Humanitas, riguarderebbe il 10% della popolazione. Nello specifico, soprattutto femminile e con un tasso di prevalenza più alto nel range anagrafico tra i 20 ed i 50 anni. Il reflusso, che è considerato malattia dopo che il problema acuto si verifica una certa frequenza e durata, è una condizione che riguarda il 10-20% della popolazione in Europa.
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