Tanti soffrono o hanno sofferto di improvvisi e apparentemente inspiegabili vuoti di memoria. Nella maggior parte dei casi queste lacune, benché fastidiose, non sono il sintomo di qualcosa di grave, e la memoria perduta presto ritorna. Altre volte, però, specialmente se frequenti e in età ancora giovanile, sarebbe meglio monitorare la situazione.
Secondo uno studio olandese, infatti, bisognerebbe fare attenzione ai vuoti di memoria di mezza età perché potrebbero essere la spia di questa malattia: l’ictus. I risultati dello studio, prontamente riportati sulle pagine della Fondazione Veronesi, spiegano la possibile (ma non altamente probabile) correlazione. Inoltre, la ricerca mostra un’incredibile particolarità che sembrerebbe accomunare tra loro i pazienti colpiti da ictus.
Attenzione ai vuoti di memoria di mezza età perché potrebbero essere la spia di questa malattia
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Spesso associamo i vuoti di memoria al nostro stile di vita sempre più stressante, oltre che al processo di invecchiamento cerebrale. Quasi sempre è così. Ma una ricerca promossa dall’Università Erasmus di Rotterdam (Olanda) associa i vuoti di memoria di mezza età a una ragione più specificatamente clinica. I ricercatori hanno scoperto che in alcuni casi delle lacune mnemoniche in età precedente alla senile potrebbero essere campanelli d’allarme di un futuro ictus cerebrale.
La ricerca è durata per ben 20 anni, durante cui gli studiosi hanno monitorato un campione di circa 9.000 persone. I soggetti facenti parte del campione godevano tutti di buona salute e avevano mediamente intorno ai 55 anni.
All’inizio della ricerca, tutti i membri del campione hanno compilato un test in cui dichiaravano lo stato della loro memoria. Alla fine del periodo di ricerca, gran parte dei soggetti che lamentavano maggiori perdite di memoria erano gli stessi ad aver avuto un ictus. Per la precisione, ben 1.200 smemorati hanno avuto la malattia nei 20 anni successivi.
Un incredibile particolare che sembrerebbe aumentare la probabilità della malattia
La suddetta ricerca ha aggiunto un dettaglio. Stando ai risultati, i soggetti colpiti da ictus avevano tutti un grado elevato di istruzione. Quindi, la combinazione tra vuoti di memoria frequenti in età giovanile e buon grado d’istruzione sembrerebbe aumentare il rischio di ictus. In verità, non sarebbe così.
I ricercatori hanno interpretato il curioso dato spiegando che un cervello istruito è più allenato a livello mnemonico. Quindi la perdita di memoria nelle persone colte indicherebbe un danno cerebrale maggiore. Per questo sarebbe più probabile che episodi frequenti di amnesia, nei soggetti istruiti, siano anticamera della malattia. Infine, per chiarezza, la perdita di memoria può essere ricollegata a vari scenari, sia degenerativi che acuti. Si tratta però di una manifestazione aspecifica, di cui parlare con il nostro medico.
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