Attenzione ai versamenti e ai prelievi su conto corrente perché senza prove sono considerati ricavi e scatta l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate

conto corrente

Il Fisco non dà tregua e vigila sui conti correnti delle persone e delle attività di imprese. Bisogna fare molta attenzione ai versamenti e ai prelievi su conto corrente perché senza prove sono considerati ricavi e scatta l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate. Abbiamo documentato molte volte i rischi del conto corrente, in quest’articolo esaminiamo una recente ordinanza che non lascia dubbi sui pericoli che si corrono.

Attenzione ai versamenti e ai prelievi su conto corrente perché senza prove sono considerati ricavi e scatta l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate

In effetti, i rischi sul conto corrente non sono da sottovalutare. L’Agenzia delle Entrate in tema di accertamento delle imposte sui redditi verifica i movimenti del conto corrente. Questo operazione serve a determinare la presunzione del contribuente in base al DPR n. 600 del 1973 all’articolo 32.

Inoltre, secondo la normativa, i versamenti e prelevamenti su conto corrente, sono da imputare all’esercizio di attività di impresa. In effetti la prova generica sui movimenti operati sul conto corrente con causali ipotetiche non sono sufficienti.

Il contribuente deve fornire una prova analitica di ogni singola operazione effettuata in corrispondenza alle operazioni riportate nella dichiarazione de redditi. Oppure, bisogna dimostrare l’estraneità dei movimenti in riferimento all’attività di impresa.

La decisione della Corte di Cassazione

Tale chiarimento è riportato nell’ordinanza della Cassazione Civile numero 14304 del 25 maggio 2021. Con la conclusione che i prelevamenti e i versamenti sul conto corrente devono essere imputati ai ricavi. Per evitare ciò il contribuente è necessario che esibisca la prova analitica di ogni movimentazione oppure l’estraneità delle stesse all’attività di impresa.

In effetti il compito dell’Agenzia delle Entrate è quello di evidenziare eventuali scostamenti tra: reddito dichiarato e valore dei risparmi annui sul conto corrente.

Quindi, cerca una coerenza tra il reddito dichiarato e il risparmio del contribuente. Facciamo un semplice esempio, se un professionista ha redditi imponibile per 50.000 euro e un risparmio annuo di 16.000 euro, è sicuramente compatibile (ma dipende da molti fattori). Se invece il risparmio è superiore al reddito imponibile, ad esempio 60.000 euro, ci potrebbero essere elementi di incoerenza. Ma questo non significa che sono redditi non dichiarati, potrebbero essere donazioni o altro. Ed è qui che la prova analitica diventa fondamentale.

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