Non siamo ancora al 31 dicembre, ma di certo il grosso di questo 2020 è già passato. Chi ha impiegato i propri risparmi nei prodotti postali tra meno di due mesi pagherà una piccola patrimoniale sui suoi risparmi.
Dunque, attenzione ai titolari dei Buoni fruttiferi postali perché dovranno pagare questa imposta a fine anno in proporzione al controvalore dei Buoni detenuti. Procediamo.
I costi dei Buoni fruttiferi postali
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I Buoni sottoscritti presso Poste Italiane presentano, tra i vantaggi, il fatto di non presentare eccessivi costi per il cliente. Questo, però, non vuol dire che sono completamente “gratis”. Nel dettaglio, queste sono le voci di costo da tenere a mente:
a) nessun costo di sottoscrizione, né per la gestione che per il rimborso (sia a scadenza sia nel caso di riscatto anticipato);
b) sono esenti da imposta di successione;
c) godono inoltre di una fiscalità di vantaggio rispetto a molti altri prodotti finanziari presenti sul mercato.
Fiscalità di vantaggio vuol dire che sugli interessi maturati si paga una ritenuta solo del 12,5%. Sul guadagno delle azioni, ad esempio, si paga invece il 26% di capital gain.
Quindi, su 100 euro di guadagno lordi in interessi, 87,5 euro vanno al risparmiatore titolare dei Buoni e i restanti 12,50 euro al Fisco;
d) infine, ogni 31 dicembre, c’è appunto da pagare l’imposta di bollo, pari al 2X1.000. Ossia 2 euro ogni 10.000 euro investiti in Buoni fruttiferi.
L’imposta di bollo
A quest’imposta sono assoggettati tutti i BFP a partire dal 2012. Ogni 31 dicembre, quindi, si calcola l’imposta di bollo sull’intero ammontare dei titoli posseduti. Esistono, tuttavia, delle eccezioni anche su questo fronte:
a) se il valore di rimborso lordo al 31/12 è inferiore o uguale a 5.000 euro, non si paga niente;
b) per gli anni 2012, 2013 e 2014 c’è comunque un’imposta di bollo minima da pagare e pari a 34,20 euro;
c) tale tassa si paga per intero se l’acquisto del Buono è avvenuto prima del 1° gennaio. Nel caso di acquisto infra-annuale in questo 2020, infatti, il 2X1.000 sarà moltiplicato per il numero dei giorni e non per l’anno intero.
Un esempio concreto
Dunque, se il valore del rimborso lordo a fine anno è superiore a cinquemila euro, l’imposta di bollo si paga nel modo che segue.
Si moltiplica l’aliquota annuale dello 0,20% per il totale nominale investito nei Buoni. Se un risparmiatore possiede BFP per un controvalore pari a 10mila euro, per calcolare l’imposta di bollo bisogna fare: euro 10.000 X 0,20% = 20 euro.
Sarà pure un calcolo semplice, ma attenzione ai titolari dei Buoni fruttiferi postali perché dovranno pagare questa imposta a fine anno.
In quest’altro articolo, invece, esponiamo maggiori informazioni in merito al Buono per Ripartire.