L’infarto e l’arresto cardiaco, spesso confusi, sono, in realtà, due eventi cardiovascolari distinti. Poiché si tratta di eventi di una certa intensità e gravità, entrambi necessitano di un intervento tempestivo.
L’infarto si verifica generalmente a causa della formazione di una apposizione tromboni a sulle pareti del vaso. Da qui, l’ostruzione parziale o totale di una coronaria, che provoca la successiva morte delle cellule cardiache per mancato afflusso sanguigno .
Le ragioni della formazione sono strettamente connesse alla presenza di numerosi fattori di rischio quali il fumo, l’ipertensione, il diabete mellito, l’eccesso di colesterolo nel sangue, la predisposizione familiare.
L’infarto implica un grosso pericolo di morte, soprattutto in caso di tardivo soccorso e trasporto in ospedale. Infatti, solamente un trattamento tempestivo e adeguato può essere salvifico e ridurre le conseguenze ulteriori di questa patologia.
Sintomi dell’infarto
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Per essere pronti ad eventuali eventi di questo tipo, è bene conoscere quali ne sono i sintomi più diffusi. Il più comune, è il dolore toracico comprimente che, a volte, si estende al collo, alla mandibola e al braccio sinistro. Altri sintomi sono rappresentati da: senso di stanchezza, forte malessere e sudorazione fredda. Nelle donne può annunciarsi anche con: dolore addominale, nausea e vomito. Poi ci sono delle differenze a seconda del tipo di compromissione dell’arteria.
Cioè, se essa è completamente ostruita, il dolore è protratto ed accompagnato da un progressivo peggioramento delle condizioni generali fino all’arresto cardiaco In caso di ostruzioni parziali, invece, può essere di breve durata e può ripresentarsi a distanza di giorni o settimane. In tal caso, si parla di angina pectoris che, solitamente, è l’anticamera dell’infarto. Quindi, anche in siffatta ipotesi, ricorrere alla struttura ospedaliera serve ad evitare l’infarto vero e proprio. Sicchè, prestando attenzione ai sintomi, si potrà correre ai ripari in tempo utile ad evitare più gravi conseguenze o la morte.
Attenzione ai sintomi dell’arresto cardiaco e dell’infarto e a come evitarli
Veniamo, adesso, a chiarire in cosa consiste l’arresto cardiaco. Esso, implica, tecnicamente la cessazione dell’attività elettrica del cuore e, quindi, delle altre funzioni vitali. In altri termini, il cuore si ferma e vi è perdita di coscienza. In tal caso, il soccorso deve essere immediato, pena il verificarsi di danni permanenti al cervello entro 4/5 minuti e poi ad altri organi. Tra le cause di questo evento vi sono alcuni tipi di aritmie e lo stesso infarto quando il danno ai tessuti è particolarmente esteso.
Poi, abbiamo: traumi nella zona toracica, grave miocardite, insufficienza respiratoria e talune condizioni genetiche. I sintomi sono più drastici rispetto all’infarto, perché, in questo caso, si perde immediatamente conoscenza. Ad anticipare l’arresto cardiaco vero e proprio vi sono sintomi che cambiano in base alla causa dell’evento traumatico. Se essa è l’infarto, si avverte un forte dolore toracico, mentre se è una tachi-aritmia, si avranno forti palpitazioni. Se, invece, la causa sottostante è un’insufficienza respiratoria, il sintomo sarà appunto la difficoltà a respirare.
Come si interviene
Dopo aver fatto attenzione ai sintomi, la prima cosa da fare in presenza dei suddetti, è chiamare il 118. Dopodichè, in caso di infarto, i cardiologi afferenti all’unita di terapia intensiva coronarica (UTIC) metteranno in atto le procedure del caso necessarie affinché venga ristabilita la prevista del caso coronarico con ripresa anche parziale delle cellule cardiache a valle, una angioplastica con posizionamento di stent o addirittura un bypass sotto coronarico Di seguito, la terapia farmacologica servirà ad evitare recidive.
In caso di arresto cardiaco, invece, è necessaria un’immediata rianimazione cardiopolmonare. Essa consiste nel massaggio cardiaco e nella respirazione bocca a bocca. Inoltre, se possibile, ed in alcuni casi si può utilizzare il defibrillatore per far cessare l’evento aritmico potenzialmente letale e sperare riattivare le funzioni cardiache.
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