È bastato poco più di una settimana per far cambiare completamente lo scenario sul titolo Carel Industries. Dopo avere toccato i massimi storici, infatti, la strada per il titolo potrebbe essere tutta al ribasso. Quindi, attenzione ai segnali di inversione ribassista su queste azioni.
Solo una decina di giorni fa parlavamo di Carel Industries come di un titolo che, dopo un triplo minimo, poteva ambire a importanti obiettivi di medio lungo periodo. Purtroppo, come spesso accade in Borsa, le previsioni si scontrano con la realtà dei fatti che può essere diversa.È in queste situazioni che si decidono le sorti finanziarie di un investitore.
Incaponirsi nel portare avanti uno scenario che si discosta sempre più dalla vita reale è il modo migliore per portare a casa delle perdite.
Non è un caso che uno dei motti più famosi che circolano in Borsa è “taglia le perdite e lascia correre i profitti”. La maggior parte degli investitori, invece, tende a fare esattamente il contrario.
Attenzione ai segnali di inversione ribassista su queste azioni: le indicazioni dell’analisi grafica
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Le azioni Carel Industries (MIL:CRL) hanno chiuso la seduta del 19 dicembre a 23,65 euro, in ribasso del 3,27% rispetto alla seduta precedente.
Erano due mesi, da prima dell’inizio dell’ultima gamba rialzista, che le quotazioni di Carel industries non perdevano oltre il 7,25% in tre sedute di fila. Questo ribasso ha dato un brutto colpo all’andamento delle medie che adesso potrebbero essere molto vicine a un’inversione ribassista.
Una conferma della svolta ribassista si potrebbe avere nel caso di una chiusura giornaliera inferiore a 23,23 euro.
Le prossime sedute potrebbero essere decisive per le sorti del titolo.
La valutazione del titolo
Non c’è un solo indicatore che veda le azioni Carel Industries sottovalutate. Ad esempio, il rapporto prezzo/utili (PE) di Carel Industries è pari a circa 37,6x. Il valore medio del settore di riferimento, invece, è pari a 23,7x. Con un valore aziendale stimato di 4,6 volte il fatturato dell’esercizio in corso, poi, la società sembra avere una forte valorizzazione.
Altro aspetto non molto positivo è il rendimento del dividendo che sicuramente non invoglia all’acquisto del titolo. La società, infatti, distribuisce un dividendo molto piccolo con un rendimento dell’ordine dello 0,60% circa. Tra le società con capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro solo 20 titoli su 99 hanno un rendimento del dividendo inferiore all’1%.