I permessi Legge 104 sono concessi ai lavoratori del settore pubblico o privato, in situazione di gravità ai sensi della Legge n. 104/92 all’articolo 3 comma 3. I lavoratori possono usufruire di tre giorni al mese, oppure, di due ore al giorno. Nello specifico, se la giornata lavorativa è di 6 ore, si può godere di 2 ore al giorno; se la giornata lavorativa è inferiore a 6 ore, si può godere un’ora al giorno. Sono pervenute agli Esperti di ProiezionidiBorsa molte domande su cosa è possibile fare e cosa no, quando si usufruisce dei permessi Legge 104.
Attenzione ai permessi Legge 104, non tutto si può fare
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La normativa non prescrive cosa si può o non si può fare durante la fruizione dei permessi Legge 104. Il lavoratore ha diritto alla fruizione dopo la presentazione della domanda all’INPS e al datore di lavoro. Dunque, nelle ore di permesso può riposarsi, curarsi e svolgere le necessità della vita quotidiana. Rientrano tutte le azioni che rispondono ai bisogni quotidiani della vita. Ad esempio, fare la spesa, andare dal medico, pagare le tasse e altre attività simili.
Il più delle volte chi assiste un familiare disabile commette azioni che possono pregiudicare il lavoro con il licenziamento.
Lo scopo dei permessi Legge 104 è rendere compatibile la gravità dovuta all’handicap e il carico di lavoro. I permessi possono essere un valido aiuto per migliorare le condizioni di benessere e salute e, nello stesso tempo, favorire l’integrazione sociale e la propria autonomia.
Ma bisogna fare attenzione ai permessi Legge 104, non tutto si può fare. Nella giornata di permesso si possono ritagliare spazi per le incombenze e per sé stessi.
Come ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza del 23 dicembre 2016 n. 54715, il dipendente è libero di scegliere come impiegare le ore per prendersi cura del familiare disabile. Ma l’assistenza deve essere prestata in modo flessibile e costante.
Il dipendente rischia il licenziamento, se in caso di controllo non può dimostrare che nelle ore di permesso si sia dedicato alle esigenze del disabile.