L’attuale situazione economica ha reso sempre più difficile garantirsi una stabilità lavorativa. La disoccupazione cresce mese dopo mese e tantissimi italiani sono costretti a svolgere attività saltuarie. Talvolta purtroppo in nero. Solo alcuni riescono ad ottenere contratti di lavoro a tempo determinato. In realtà, però, la legge contempla i lavori a termine come un’eccezione. La regola, stabilita dall’articolo 1 del D.Lgs. 81/2015, prevederebbe rapporti di lavoro a tempo indeterminato. In questo articolo vogliamo capire se i pochi fortunati che hanno un rapporto di lavoro a tempo indeterminato possono considerarsi al sicuro. Nonostante molti pensino che questi contratti garantiscano il lavoro a vita, non sempre è così. La legge consente infatti la loro trasformazione in rapporti a scadenza, ma soltanto in determinate condizioni. Insomma, attenzione ai contratti di lavoro a tempo indeterminato perché potrebbe diventare a termine.
Cosa dice la legge
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Abbiamo visto che i contratti a tempo determinato costituiscono un’eccezione alla regola. Infatti, la normativa impone una serie di limitazioni a tutela dei lavoratori. L’articolo 19 del D. Lgs 81/2015 limita infatti la loro durata a 24 mesi ed obbliga all’inserimento di una causale. Soltanto, però, per i contratti di durata superiore all’anno. Inoltre, un datore di lavoro può rinnovare un contratto a termine non più di quattro volte. Motivando ogni rinnovo per iscritto e non potendo assumere a tempo determinato più di un certo numero di dipendenti. Esistono anche diverse agevolazioni per la trasformazione di contratti a termine in rapporti a tempo indeterminato. Nessuna norma vieta però il contrario, ossia l’inserimento di una scadenza ad un contratto già esistente. Quindi fai attenzione al tuo contratto di lavoro a tempo indeterminato perché potrebbe diventare a termine ma solo in un caso particolare.
Attenzione ai contratti di lavoro a tempo indeterminato perché potrebbe diventare a termine
Nessuna norma vieta di trasformare un rapporto di lavoro stabile in un contratto a tempo determinato. Il codice civile prevede però l’assenso scritto delle parti, analogamente a quanto avviene per le modifiche a qualsiasi contratto. Vige quindi il divieto per l’imprenditore di trasformare unilateralmente il contratto. La possibilità che un lavoratore decida di perdere delle garanzie è però particolarmente remota e quindi questa è una casistica molto rara. Può però capitare che un datore di lavoro decida di licenziare un dipendete che si rifiuta di sottoscrivere un contratto con meno garanzie.
In questo caso il lavoratore dovrà impugnare il licenziamento entro 60 giorni dalla sua comunicazione. Il lavoratore potrà quindi beneficiare del reintegro e, se dimostrata la natura ritorsiva del licenziamento, anche richiedere un risarcimento. Se invece, è il lavoratore a voler lasciare l’azienda in cui lavora per un nuovo impiego, dovrà seguire regole ben precise. Ne abbiamo parlato in un recente approfondimento.