La busta paga è un documento lavorativo estremamente importante che merita la giusta attenzione da parte del lavoratore che la riceve. Sebbene molti calcoli si effettuino in maniera automatica, purtroppo anche gli errori sono dietro l’angolo. A pagarne le conseguenze, in circostanze simili, sono proprio i dipendenti che non effettuano delle controverifiche e che incassano acriticamente quello che è segnato. Attenzione ai 3 errori più comuni in busta paga che fanno perdere parecchi soldi ai lavoratori che non controllano i dati.
Come si legge una busta paga?
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Un vecchio adagio recita “sapere è potere”. Questa lapidaria affermazione non potrebbe essere più calzante nel caso della busta paga. Saper decifrare questo documento che si riceve con cadenza mensile è fondamentale. Una guida esaustiva alla comprensione di ciascuna singola voce l’abbiamo fornita nell’articolo: “Come leggere una busta paga”. La verifica dei dati serve per non accertarsi che non vi siano mancanze nell’assegnazione di ore lavorative, premi contrattuali o scatti di anzianità. Attenzione ai 3 errori più comuni in busta paga che fanno perdere parecchi soldi ai lavoratori che non controllano i dati.
Attenzione a straordinario e permessi retribuiti
Quali sono le principali discrepanze che potrebbero registrarsi all’interno di una busta paga? Uno degli aspetti da non trascurare riguarda la retribuzione dello straordinario. È registrato tutto quanto correttamente? Le ore sono state retribuite secondo quanto prevede il contratto? Generalmente, il datore di lavoro ha l’obbligo di retribuire le ore di straordinario applicando una maggiorazione retributiva in base a quanto prevede il CCNL. Una mancanza simile in busta paga, potrebbe determinare un importo più basso a scapito del dipendente. Stessa regola si applica ai permessi retribuiti orari secondo quanto prevede il CCNL. Verificare che tutto sia stato registrato senza errori è una buona prassi da seguire.
L’azienda ha applicato gli scatti di anzianità e gli aumenti dovuti?
Altro aspetto da non trascurare riguarda gli scatti di anzianità e l’aumento contrattuale. I contratti nazionali collettivi prevedono che il lavoratore, successivamente a un certo numero di anni di servizio presso l’azienda, maturi un’anzianità retributiva. Questo si traduce in parole semplici in un aumento della retribuzione. Laddove il datore non provveda ad inserire tale dato in busta paga, è interesse del lavoratore verificare che sia corrisposto il dovuto emolumento. La medesima regola vale nei casi in cui scatta l’aumento contrattuale in base al livello di inquadramento. Attenzione ai 3 errori più comuni in busta paga che fanno perdere parecchi soldi ai lavoratori che non controllano i dati.
Il lavoratore sta ricevendo i vantaggi fiscali ai quali ha diritto?
In ultima analisi, è possibile ritenere utile una verifica relativa alle detrazioni fiscali e ai bonus ai quali il lavoratore ha diritto. In alcuni casi è possibile che l’azienda manchi di inserire un vantaggio fiscale al quale il lavoratore potrebbe avere accesso. Per fare alcuni esempi, possiamo citare il bonus IRPEF, oppure le detrazioni che interessano i figli a carico. Insomma, anche in questo caso è utile che il lavoratore verifichi l’adeguata applicazione di un suo diritto.
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