In un precedente articolo abbiamo individuato le banche che sono più a rischio. In questo rimaniamo nell’ambito bancario ponendo l’ attenzione agli addebiti non autorizzati in conto e a come revocare un RID.
Cos’è il RID?
Il RID (rapporto interbancario diretto) è un servizio con cui un correntista autorizza la propria banca ad accettare sul proprio conto corrente gli addebiti provenienti da un determinato creditore.
A partire dal 1° febbraio 2014, il RID è stato sostituito dal SEPA (Single Euro Payments Area). La differenza che estende la zona di incasso agli Stati membri dell’Unione Europea.
Questa modalità di pagamento è tipica dei casi in cui ci sia bisogno di pagamenti periodici. L’ambito più frequente del pagamento attraverso RID è quello delle bollette delle utenze domestiche.
Risulta comodo per il debitore non dover effettuare ogni volta il pagamento dal momento che è la banca stessa a prelevare dal conto corrente del debitore e a versare al creditore.
Attenzione agli addebiti non autorizzati in conto
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Per attivare un RID è necessaria l’autorizzazione del debitore, ossia la sua firma su un mandato con cui autorizza il creditore all’addebito diretto. Il mandato scade automaticamente se non vi sono addebiti per 36 mesi.
Se subiamo un addebito che contestiamo e vorremmo chiederne il rimborso, cosa dobbiamo fare?
Per rispondere bisogna distinguere due diversi casi:
1) se si è subito un addebito senza aver firmato nessun mandato, si può richiedere (per iscritto) alla banca di essere rimborsati. Attenzione però che c’è un limite temporale: la richiesta va fatta entro 13 mesi dall’addebito;
2) se invece l’addebito era autorizzato con mandato, ma vi sono contestazioni verso il creditore, il debitore può chiedere il rimborso dell’operazione autorizzata entro 8 settimane dall’addebito.
Come bloccare futuri addebiti
Per evitare invece futuri addebiti, chi ha attivato il RID deve rivolgersi alla propria banca e presentare un’apposita richiesta scritta di revoca del RID.