Capita a tutti di sentirsi particolarmente stanchi. A volte succede solo per qualche momento nell’arco della giornata, altre volte succede per brevi periodi. Le ragioni sono le più disparate: la stagione, lo stress fisico e mentale, la carenza di alcuni nutrienti nel nostro organismo.
La stanchezza, però, potrebbe anche essere il sintomo di una malattia che colpisce ogni anno tantissime persone. Si tratta dell’ipotiroidismo.
Attenzione a stanchezza e debolezza cronica perché potrebbero essere il campanello d’allarme di questa comune sindrome
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L’ipotiroidismo è una sindrome che colpisce la tiroide quando gli ormoni tiroidei smettono di svolgere correttamente la loro azione.
In particolare, quando la tiroide non produce la giusta quantità di ormoni si può parlare di ipotiroidismo. Nella sua fase iniziale potrebbe non manifestare alcun sintomo, ma già dopo qualche tempo, se non curata, potrebbe causare seri problemi di salute.
Le cause e i sintomi dell’ipotiroidismo
L’ipotiroidismo potrebbe avere varie cause, tra cui malattie autoimmuni, la rimozione chirurgica della tiroide o l’assunzione di alcuni farmaci. Una delle cause dell’ipotiroidismo, però, è da ricercarsi nella genetica.
Anche i sintomi sono abbastanza comuni a tante altre malattie, perciò all’inizio potrebbe essere difficile risalire all’ipotiroidismo. Perciò, è sempre bene fare attenzione a stanchezza e debolezza cronica, perché potrebbero essere il campanello d’allarme di questa comune sindrome.
Tra i sintomi più comuni ritroviamo:
- stanchezza eccessiva;
- debolezza generalizzata;
- crampi muscolari;
- costipazione;
- sensibilità al freddo;
- pelle secca e pallida;
- voce rauca;
- capelli sottili e fragili;
- mestruazioni più irregolari e abbondanti;
- problemi di memoria.
Grazie a una semplice analisi del sangue si può verificare e diagnosticare questa sindrome anche durante la sua fase iniziale. Una volta diagnosticato l’ipotiroidismo si procederà alla somministrazione dell’ormone mancante, L-tiroxina, in modo da equilibrare la quantità di ormoni presenti nel nostro organismo.
La terapia, purtroppo, dovrà proseguire per tutta la vita. Questo renderà necessari dei controlli periodici per verificare se la quantità di ormone somministrata è giusta o se col tempo ha bisogno di essere cambiata.
Inoltre, è importante seguire una dieta sana ed equilibrata. Alcuni alimenti potrebbero inibire l’assorbimento dell’ormone e in quel caso è necessario parlarne con il proprio medico endocrinologo.
Gli alimenti che inibirebbero l’assorbimento dell’ormone sarebbero la soia (in tutte le sue forme), gli alimenti ricchi di ferro e di calcio e i rispettivi integratori. Ad ogni modo, prima di eseguire qualunque tipo di regime alimentare sarebbe opportuno parlarne sempre con il proprio nutrizionista di fiducia.
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