Attenzione a Quota 103 o pensione a 61 anni e all’effetto che potrebbero avere sul TFS degli statali

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Quella che viene definita ormai da tutti come riforma delle pensioni, ma non dal Governo, in realtà non è affatto una riforma. Si tratta, infatti, dell’inserimento di una misura flessibile che ritardi il ritorno ai paletti della Legge Fornero. E tra l’altro, come annunciato, sarà una misura temporanea che, molto probabilmente, sarà valida solo per il 2023. Non si tratta, quindi, di una riforma che va a toccare la Legge previdenziale, piuttosto di una misura ponte che dovrebbe traghettare alla prossima riforma. Ma bisogna fare molta attenzione a Quota 103 o pensione a 61 anni, soprattutto da parte dei dipendenti pubblici.

In qualsiasi modo si voglia chiamare la nuova misura sarà “figlia” della Quota 102

Qualsiasi sarà la misura inserita sarà una modifica della Quota 102 e molto probabilmente ne erediterà paletti, vincoli e obblighi. Come ad esempio il divieto di cumulo tra redditi da pensione con quelli da lavoro. Perché quello che si andrà a fare, molto probabilmente, sarà di ritoccare anni e contributi richiesti dalla Quota 102 e lasciare, praticamente la norma inalterata.

E proprio per questo motivo i dipendenti pubblici devono fare molta attenzione e leggere tra le righe della nuova misura. Semmai volessero coglierla. Perché potrebbero trovarvi una sorpresa molto brutta.

Attenzione a Quota 103 o pensione a 61 anni per i dipendenti statali

Se come temiamo, la nuova misura sarà solo una modifica della Quota 102 erediterà anche una cosa poco gradita ai dipendenti pubblici. Chi ha scelto la Quota 102 per pensionarsi ha dovuto attendere un periodo molto lungo per poter avere il TFS o il TFR spettante. Ovvero:

  • o i 15 mesi dopo il compimento dei 67 anni;
  • o i 24 mesi dopo il raggiungimento dell’ipotetico requisito contributivo per accedere alla pensione anticipata.

Lo stesso potrebbe prevedere la nuova misura nascendo da una modifica della Quota 102 in scadenza. E nella peggiore delle ipotesi si dovrebbero aspettare almeno 4 anni per avere la buonuscita spettante di diritto.

Meno male che c’è l’INPS

A questo punto viene da pensare che la mossa dell’INPS di offrire l’anticipo del TFS e del TFR ai dipendenti pubblici con interessi dell’1% possa essere anche legato a questo. Ma siamo nel campo delle ipotesi naturalmente.

In ogni caso, fortuna, a questo punto, che c’è questa novità dell’INPS che dal 1 febbraio permetterà di richiedere l’anticipo dell’intero TFS ad un tasso di interesse più che agevolato. E la cosa potrebbe cadere proprio come il cacio sui maccheroni se la nuova misura dovesse richiedere molto tempo per l’erogazione della buonuscita.

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