Attenzione a questo insulto su Facebook perché potremmo rischiare fino a un anno di carcere

social

L’era dei social ha cambiato il nostro modo di relazionarci con gli altri e di esprimere le nostre idee. La facilità di comunicare un pensiero e di manifestare le proprie opinioni ha agevolato notevolmente la nostra intera vita. Infatti, è possibile telefonare o videochiamare qualcuno che si trova all’altro capo del mondo o scaricare un’applicazione per ogni nostra esigenza. Si pensi poi alla velocità con cui mandiamo i messaggi attraverso le app di messaggistica istantanea come WhatsApp o Telegram. Oppure a come riusciamo ad orientarci ovunque semplicemente cliccando sulla geolocalizzazione del nostro smartphone. Insomma, la tecnologia ci semplifica le giornate e rende tutto più accessibile. Tuttavia, come per ogni cosa, anche in questo caso non bisogna trascurare l’altra faccia della medaglia. Quali sono i rischi in cui possiamo incorrere a causa del progresso informatico?

Attenzione a questo insulto su Facebook perché potremmo rischiare fino a un anno di carcere

I rischi della rete sono numerosi e i più esperti di cybersecurity ci mettono sempre in guardia dai possibili attacchi degli hacker. In un precedente articolo (link qui) abbiamo parlato di come riconoscere le minacce via email ed evitare di caderci. A parte questi truffatori seriali, internet ha (ahimè) posto le basi per l’insorgenza di nuove tipologie di reato, come la diffamazione a mezzo social. È a questo proposito che oggi Noi della Redazione vogliamo rendere nota ai nostri Lettori una recente sentenza della Cassazione proprio sul tema.

In passato, la Corte si era chiesta se dare dell’“omosessuale” su Facebook potesse configurare il reato di diffamazione previsto dall’art. 595 del codice penale. Dopo un’attenta analisi, i giudici avevano risposto di no, affermando che il termine non è di per sé discriminatorio. Diverso è però il caso recente, che tuttavia si accosta a quanto detto finora.

Insulti mirati

Se dare dell’omosessuale non configura alcun reato specifico, secondo gli Ermellini utilizzare parolacce e termini palesemente offensivi della sessualità altrui ribalta totalmente la situazione. In questi casi, il ricorso a parole oltraggiose che rivelano l’orientamento sessuale altrui possono ben integrare la fattispecie di reato che abbiamo accennato. L’art. 595 del codice prevede la pena della reclusione o in alternativa il pagamento di una multa fino a 1.032 euro. Quindi, attenzione a questo insulto su Facebook perché potremmo rischiare fino a un anno di carcere o un’ingente somma da pagare.

Viviamo in un mondo digitale, ma dobbiamo anche essere bravi a saperci ben orientare.

Consigliati per te