Attenzione a questi pericolosi messaggi via WhatsApp o email che sono truffe sempre più diffuse ma la banca deve risarcire il cliente se i soldi spariscono dal suo conto

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La diffusione sempre maggiore di smartphone e internet ha portato moltissimi benefici per la grande maggioranza delle persone. Comunicazioni veloci, possibilità di rimanere sempre connessi da qualsiasi parte del Mondo e tanti altri ancora. Tutto questo potenziale della tecnologia ha portato, però, con sé anche una serie di rischi. Infatti, sono sempre più diffuse le truffe ai danni del persone che utilizzano regolarmente internet e i social.

Non WhatsApp, email, SMS ma anche Instagram e Facebook, ormai l’attività di phishing è sempre più presente in tutte le piattaforme. Gli inviti dei truffatori sono sempre molto allettanti, si può trattare di sconti per vari siti di acquisti digitali, possono riguardare la possibilità di scaricare facilmente il green pass. Addirittura con l’evoluzione tecnologica i messaggi vengono costruiti per attrarre la persona specifica che li legge, tramite l’analisi della sua navigazione.

Gli obblighi della banca

Dunque, attenzione a questi pericolosi messaggi via WhatsApp o email perché spesso sono truffe che possono costarci un sacco di soldi. Le truffe online sono possibili perché i malintenzionati riescono a carpire, tramite il click sul link ingannevole, i dati personali del soggetto che cade nel raggiro. Questi dati personali normalmente riguardano le coordinate bancarie, e consentono ai truffatori di intrufolarsi nel conto online del malcapitato. È evidente, allora, che il raggio ha in realtà, non due ma, tre protagonisti. I truffatori, il truffato e l’Istituto bancario che offre i propri servizi online.

Il contratto tra banca e cliente è piuttosto particolare. Infatti, si tratta di uno dei contratti c.d. del consumatore. Questo significa che la legge riconosce che l’Istituto bancario si trovi in una situazione di forza rispetto al suo cliente e gli impone di tutelarlo. Tra gli obblighi delle banche c’è quello previsto dalla direttiva UE 2007/64, ovverosia l’onere dell’Istituto finanziario di verificare il corretto e sicuro funzionamento dei suoi servizi.

Attenzione a questi pericolosi messaggi via WhatsApp o email che sono truffe sempre più diffuse ma la banca deve risarcire il cliente se i soldi spariscono dal suo conto

Proprio di questo argomento si è occupato il Tribunale di Pesaro, con sentenza 7 settembre del 2021. Il Tribunale ha condannato la banca a risarcire il proprio cliente delle somme a lui sottratte tramite una truffa online. Questo perché di fronte ad una truffa online l’Istituto di credito, per evitare la responsabilità e il risarcimento del danno, deve dimostrare due fatti. Il primo riguarda il corretto funzionamento e la sicurezza dei propri servizi anche online. L’Istituto di credito deve anche dare prova che la truffa va addebitata ad un comportamento imprudente del proprio cliente. Tale da superare i sistemi di sicurezza di accesso al conto della banca.

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