Con la diffusione di internet, di smartphone e PC ormai milioni di persone hanno accesso alla rete. Attraverso internet si può fare praticamente tutto. Lavorare, svagarsi, prenotare vacanze, comprare oggetti, investire in Borsa e tantissime altre cose. Proprio per le sue potenzialità, internet è diventato anche un posto rischioso. Ad esempio, oggi si parla molto del phishing. Si tratta di email che contengono link pericolosi. I truffatori le inseriscono in email studiate ad arte, oppure in messaggi WhatsApp accattivanti. Premendo su questi link, i truffatori riescono ad introdursi nei nostri dispostivi e rubare dati sensibili.
I pericoli di internet
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Ad esempio, spesso capita che riescano a rubare le credenziali per l’ingresso nei conti bancari online. La giurisprudenza ha più volte spiegato che, nel caso in cui vengano sottratti soldi al cliente, è responsabile la banca. L’istituto di credito dovrà risarcire il cliente dei soldi rubati perché aveva il dovere di custodirli e di metterli al sicuro dai truffatori.
Oltre al phishing ci sono anche altri tipi di truffe che possono essere insidiose. Dunque, attenzione a queste truffe online molto comuni e che ormai circolano molto rapidamente. La Cassazione, con la sentenza 17937 del 2017, ha parlato di un tipo di truffa molto diffusa su internet. Riguarda il caso di utilizzo di siti online per l’acquisto e la vendita di beni tra privati. Infatti, oggi gli acquisti su internet sono molto sicuri quando effettuati da siti ormai quasi istituzionali. Si pensi al caso di Amazon. Un prodotto acquistato su Amazon si ha quasi la certezza che arriverà, oppure in caso di qualsiasi problema si può ottenere un rimborso molto rapido.
Attenzione a queste truffe online molto diffuse
Il problema riguarda siti che consentono di comprare e vendere beni tra privati non verificati. Il caso analizzato dalla Cassazione riguardava un uomo che aveva messo in vendita un PC e un telefono ad un ottimo prezzo. Una volta, però, che il cliente li aveva acquistati, non li aveva spediti come concordato. Aveva, dunque, commesso il reato di truffa.
La Cassazione ha spiegato che non si tratta di semplice truffa, ma invece di truffa aggravata dalla minorata difesa. Infatti, l’utilizzo di internet per fare acquisti comporta una posizione di debolezza dell’acquirente che non ottiene immediatamente la merce. Come ad esempio succede negli scambi fisici. Dunque, siccome il venditore che truffa si approfitta della buona fede dell’acquirente, in questi casi, commette un reato più grave, cioè la truffa aggravata.
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