Oggi utilizziamo quotidianamente internet ed social network. Quotidianamente navighiamo su internet, inviamo messaggi, facciamo e riceviamo telefonate. I truffatori sono perfettamente consapevoli della diffusione di questi nuovi mezzi e hanno adeguato i loro strumenti di raggiro. Oggi è diventata diffusissima l’attività di phishing. Una specifica tipologia di truffa che avviene utilizzando le chiamate o la connessione ad internet.
Estremamente diffuso è il phishing bancario. Normalmente le persone ricevono un email sotto il falso nome della propria banca. Il messaggio spesso avverte riguardo presunti problemi che bloccherebbero i soldi nel nostro conto corrente. Oppure offrono la possibilità di ottenere denaro in maniera semplice. Questo nascondendosi dietro il nome e l’affidabilità dell’istituto bancario. Richiedono alla vittima di immettere dati riguardanti l’accesso al suo conto corrente, e una volta ottenuti lo svuotano. La giurisprudenza ha spiegato che in alcuni casi di truffe online la banca può essere responsabile se i clienti perdono soldi e tenuta a risarcirli.
Attenzione a questi messaggi pericolosi
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Non solo il phishing bancario, ma attenzione a queste nuove truffe online tramite telefonate ma anche social network, WhatsApp e email. Questo perché in moltissimi le stanno ricevendo e sono sempre più diffuse. Non molti sanno, poi, che esiste un modo per bloccare messaggi indesiderati esercitando un determinato diritto che in pochi sanno di avere.
Altre modalità di truffa riguardano l’invio di file con estensione .exe, principalmente attraverso social e WhatsApp. Questi file sono nascosti in avvisi di aziende famose, come Amazon, che ci invitano a cliccare per sbloccare misteriosi pacchi, magari mai ordinati. Al nostro click il sistema scarica un c.d. financial malwere o un trojan banking che cercerà di carpire i nostri dati personali. Altri virus, invece, consentono di accedere ai nostri account registrano gli username e le password inserite nel PC infetto.
Attenzione a queste nuove truffe online tramite telefonate, WhatsApp, email e social network che stanno ricevendo in moltissimi
Ora, alcune di queste truffe sono facilmente riconoscibili. Ad esempio, le telefonate arrivano da paesi esteri anche molto lontani come l’Inghilterra o gli Stati Uniti. Le email vengono catalogate automaticamente dal PC come spam. Oppure ancora, le email da cui arrivano sono facilmente riconoscibili perché spesso molto diverse dalle email ufficiali di siti come Amazon o degli istituti bancari. Attenzione perché la giurisprudenza sta iniziando a considerare queste truffe quasi una normalità a cui le persone devono fare attenzione.
Oggi il phishing è così diffuso, e in certe circostanze così riconoscibile, che la giurisprudenza non tutela chi abbocca in maniera colpevole a questo tipo di truffe. Il Tribunale di Roma con la sentenza 369 del 2020 ha spiegato che la banca non risponde per il furto di credenziali tramite internet. Questo nel caso in cui il phishing era tradizionale ed evidente tanto da evidenziare un comportamento colpevole e non tutelato della vittima.
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