La salute è l’aspetto più importante per ogni individuo e tutelare psiche e corpo resta una priorità.
In questo spazio, la Redazione vuole comunicare ai suoi Lettura un’interessante guida pubblicata dall’AIMA Napoli Onlus, l’Associazione Italiana Malattia d’Alzheimer – Coordinamento Campania.
Gli esperti dell’AIMA, infatti, hanno messo a punto un elenco delle azioni più comuni ma che non dovrebbero essere svolte dal caregiver, ovvero da chi si occupa ed accudisce i soggetti affetti dall’Alzheimer. Prima di capire i comportamenti errati, è opportuno ricordare che il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza. Tale patologia comporta la perdita di memoria e di altre abilità intellettuali che vanno ad intaccare la vita quotidiana.
Statisticamente, il morbo di Alzheimer rappresenta il 50-80% dei casi di demenza.
Dunque, la malattia è molto diffusa ed è fondamentale capire cosa e come chi si prende cura dell’ammalato può fare per rendersi utile in modo efficace.
Attenzione a queste azioni molto comuni per prevenire e combattere l’Alzheimer, sono controproducenti
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Innanzitutto, un errore comunissimo è quello di insistere nel far svolgere un’azione alla persona con l’Alzheimer, soprattutto se si mostra agitata.
In questi casi è sempre preferibile distrarre l’ammalato anziché stressarlo con compiti, in quel momento, per lui difficili.
Un errore piuttosto comune è quello di intraprendere con l’ammalato un discorso razionale per “allenare” le sue abilità. Un’azione che potrebbe creare forte senso di imbarazzo e sconforto nell’ammalato. Assecondare, quando è possibile, e tranquillizzare la persona affetta dal morbo è la strategia più consigliata.
Gli esperti, inoltre, sottolineano anche che dare sempre un significato a quello che fa o che ricorda l’ammalato è sbagliato.
La patologia costringerà il cervello ad organizzare le informazioni in maniera confusa. Il paziente non è responsabile di questo processo e non ha la possibilità di gestirlo.
Le illusioni
Capita spesso che il malato di Alzheimer possa vedere qualcosa in televisione ed interpretarlo a modo suo.
L’errore più comune da parte soprattutto dei familiari è quello di insistere e riportare l’ammalato alla realtà.
In questo modo si corre il rischio di provocare in lui confusione e agitazione. Meglio aspettare che passi quel momento.
I momenti importanti
Non bisogna aspettarsi che il malato si ricordi di un evento importante vissuto insieme. Che siano matrimoni o nascite, il cervello non sarà più pronto a spolverare quel ricordo. Quindi, non insistere.
Infine, prevenire o rallentare la malattia è estremamente difficile. Quando si parla si Alzheimer è giusto anche acquisire la consapevolezza che è una malattia degenerativa e progressiva, per la quale non esiste al momento alcuna cura.
Tuttavia, accompagnare il malato nel suo percorso in un clima di serenità è l’unica chiave possibile.
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