Una legge davvero importante sul piano socio culturale per l’Italia è sicuramente la Legge 104 del 1992. Tale Legge riguarda i diritti, l’integrazione sociale e l’assistenza alla persona portatrice di handicap. Questa legge ha il fine di creare un organico sostegno statale all’individuo disabile alla sua famiglia che lo assiste.
L’importanza di questo complesso di norme è quello di cercare di occuparsi della persona disabile in maniera trasversale in tutti gli ambiti della vita. Dal mondo del lavoro, a quello dello studio, dai trasporti alle infrastrutture, dall’ambito sportivo a quello sanitario. La legge offre la definizione della persona portatrice di handicap. All’articolo 3 comma 1 spiega che per accedere alle agevolazioni di tale legge la patologia deve essere tale da generare difficoltà oggettive. Tanto socio lavorative quanto relazionali.
Attenzione a non abusare delle agevolazioni e dei permessi della Legge 104 perché l’INPS e il datore di lavoro potrebbero adottare pesanti sanzioni
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Tra le molto agevolazioni che la Legge 104 prevede per la persona disabile e i suoi familiari sono particolarmente importanti i permessi lavorativi. Questi sono previsti dall’articolo 33 tanto direttamente per le persone disabili che lavorino attivamente, che per i loro familiari che se ne prendono cura. In particolare, il comma 3 prevede che il lavoratore dipendente pubblico o privato possa accedere a tale permesso per curare la persona disabile.
Questo quando il caregiver (la persona che si prende cura del disabile) sia coniuge, parente o affine entro il secondo grado della persona disabile. Ricorrendo le condizioni dall’articolo 33 comma 3 il caregiver ha diritto a 3 giorni di permesso retribuiti (e con contribuzione figurativa) ogni mese. A sua scelta potrà goderne continuativamente o dividerli in ore durante il mese. L’INPS nella circolare 16866 del 2007 ha spiegato che su una settimana lavorativa di 40 ore divisa in 5 giorni, il lavoratore avrà al massimo 24 ore di permesso.
Le agevolazioni e i permessi previsti
Come è intuitivo durante questi permessi retribuiti il caregiver non può ritenersi libero di fare ciò che vuole, ma deve prestare reale assistenza alla persona disabile. Nel concetto di assistenza sono comprese, per la giurisprudenza, anche le faccende di casa come fare la spesa o comperare le medicine.
Anche fare una rapida passeggiata nei pressi della casa del disabile in queste ore non sembra sanzionabile. Attenzione a non abusare dei permessi e delle agevolazioni della Legge 104 perché si rischiano gravi ripercussioni. Infatti, a pagare queste ore lavorative retribuite è l’INPS dunque ove il caregiver, invece di prendersi cura del disabile, andasse al bar con gli amici, potrebbe incorrere nel reato di truffa ai danni dell’INPS.
Allo stesso modo, ove il caregiver usasse questi permessi in maniera impropria il datore di lavoro potrebbe sanzionarlo. Si parte dal richiamo verbale fino al licenziamento per giusta causa. La Cassazione, con la recente sentenza 6796 del 2022, si è occupata proprio delle sanzioni del datore di lavoro.
I giudici hanno spiegato che le sanzioni del datore di lavoro devono comunque essere proporzionate all’illecito commesso dal dipendente. In particolare se l’abuso è stato di live entità, cioè ha occupato solo una piccola porzione dell’ore di permesso, la sanzione del licenziamento è eccessiva. Il datore di lavoro potrà sanzionare, anche severamente, questo tipo di abusi ma sempre proporzionalmente alla loro gravità.